Enciclopedia

Beccarìa, Césare(Milano 1738-1794) Giurista ed economista tra i più eminenti del Settecento, fece parte del gruppo che fondò la rivista illuminista Il Caffè. Ispirandosi a Montesquieu, s'interessò ai problemi dello stato della giustizia e trattò l'argomento nel libro Dei delitti e delle pene (Livorno, 1764), dove affermò l'urgenza di riforma del sistema giudiziario penale e, in particolare, si schierò per l'abrogazione della tortura e della pena di morte a favore di un periodo di detenzione adeguato al delitto. La sua posizione contribuì a innescare polemiche e discussioni in tutt'Europa, dando inizio a un processo di ammodernamento del sistema penale. Gran parte dei principi da lui enunciati in polemica contro l'arbitrio e la crudeltà del sistema penale dell'antico regime costituiscono ancora oggi i fondamenti di un ordinamento penale razionale e garantista. Tra gli altri suoi scritti si ricordano Dei disordini e dei rimedi delle monete nello stato di Milano nel 1762 (1762) e le Lezioni di economia pubblica (1769). 


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