Enciclopedia

ingestióne, sf. L'ingerire. 
Avvelenamenti per ingestione 
Si tratta di infortuni cui vanno particolarmente soggetti i bambini, per cui si raccomanda di riporre sotto chiave i farmaci, i prodotti per la pulizia della casa, gli insetticidi ecc., per prevenire drammatiche conseguenze. Tra le cause più frequenti di avvelenamento possiamo citare farmaci, antitarme (canfora, naftalina), caustici (detersivi, ammorbidenti, smacchianti, acido muriatico, varecchina, acquaragia ecc.), erbicidi, insetticidi, nicotina (nei mozziconi di sigaretta se succhiati o ingeriti), bacche, foglie, funghi. 
In generale si deve evitare l'assorbimento del tossico eliminandolo nel più breve tempo possibile. In alcuni casi è opportuno stimolare il vomito facendo bere al soggetto 1-2 bicchieri di acqua calda leggermente salata e poi stimolando il faringe con le dita o col manico di una posata. Questa operazione va però evitata in determinati casi: in soggetti privi di coscienza o a rischio di convulsioni; se il prodotto ingerito è una sostanza caustica o corrosiva o un derivato del petrolio, per il pericolo di provocare broncopolmoniti chimiche o ulteriori effetti caustici in altre zone dell'apparato digerente o respiratorio; in caso di ingestione di prodotti schiumogeni, per evitare che il soggetto ne aspiri provocandosi un'asfissia. In ogni caso, prima di tentare le manovre finalizzate alla stimolazione del vomito, sarebbe meglio consultare il Centro Antiveleni più vicino. Nei casi in cui il soggetto abbia ingerito sostanze per le quali sia controindicato stimolare il riflesso del vomito, il Centro Antiveleni indicherà quali antidoti aspecifici somministrare. 


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