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ittìti Gli ittiti erano un'antica popolazione indoeuropea migrata dal Caucaso in Asia Minore intorno al 2000 a. C. e lì stanziatasi nella zona dell'odierna Cappadocia settentrionale. L'antico impero (1680-1500 a. C.), con capitale Hattusa, fu fondato da Labarna (1680-1650 a. C.) e si sostituì alla primitiva organizzazione costituita da città stato spesso in competizione tra di loro. A Labarna succedette il figlio Labarna II, che si fece chiamare Hattusili I, a sua volta seguito da Mursili I (1620-1590 a. C.). Tali sovrani estesero l'impero fino ai confini del regno babilonese. Dopo il regno di Mursili seguì un periodo di decadenza che durò fino a quando Suppiluliuma (1380-1345 a. C.) non fece rifiorire l'impero (nuovo impero, 1400-1200 a. C.). Egli e i suoi successori Mursili II (1345-1315 a. C.) e Hattusili III (1285-1250 a. C.) occuparono nuove terre, combattendo con Egitto, urriti e mitanni e arrivando a estendersi dall'Egeo fino alla Siria e alla Palestina. Nel 1294 a. C., sotto Mutawalii, la battaglia di Qadesh spinse gli Egiziani a ritirarsi. Hattusili III e Ramesse II conclusero un trattato di pace con essi. L'espansione degli ittiti terminò quando, durante il tentativo di conquistare le regioni occidentali dell'Asia Minore, si scontrarono con i popoli del mare, i quali alla fine causarono la caduta dell'impero ittita nell'XI sec. a. C. Quello che ne rimase furono dei regni con dinastie ittite in Siria, Cappadocia e Cilicia, che sopravvissero fino all'VIII sec. a. C. L'organizzazione dell'impero era di tipo feudale, con compagini militari a capo delle quali il re univa in sé il potere politico e quello religioso, coadiuvato dalla nobiltà guerriera. Nell'arte ittita si sentono influssi mesopotamici e anatolici. Le produzioni artistiche vanno dai rilievi monumentali delle pareti dei santuari rupestri (Yazilikaya), agli amuleti d'oro e d'argento, ai sigilli decorati, alle ceramiche policrome fino ai palazzi fortificati, ai templi e alle mura che sorgevano nelle maggiori città (Hattusa, Alaca-Hüyük e Alisar). La religione ittita era politeista e risentì degli influssi di assiri, babilonesi e urriti. Gli ittiti adoravano il Sole, la Luna e Venere. Gli dei più importanti erano Teshup, dio delle tempeste e della fertilità, e la sua sposa Arinna. La lingua era di tipo indoeuropeo appartenente alle lingue centum. Era scritta in caratteri cuneiformi con forti influssi asiani sul lessico. Gli scritti sono per lo più di genere mitologico (poemi di Telipinu, Kumarbi ecc.). Sono presenti anche molte traduzioni di opere babilonesi (Gilgamesh), oltre a documenti di tipo cronachistico e annalistico. 


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