Enciclopedia

Annali (o Annales) Opera storiografica di C. Tacito (98-117). L'opera non è altro che la storia del principato dalla morte dell'imperatore Augusto a quella di Nerone. Il titolo presente nei manoscritti (Ab excessu divi Augusti) sembra richiamare quello dell'opera di Tito Livio Ab urbe condita. Non si conosce il numero esatto dei libri che costituivano gli Annales. Dai frammenti rimasti, si deduce che fossero almeno 16. Sono conservati i libri I-IV, un frammento del V, parte del VI, i libri XI-XVI (l'XI è lacunoso, il XVI è mutilo). La storia narrata va dal 14 d. C. a circa il 62 d. C. 
Nei libri I-V oltre ad avvenimenti minori, si assiste all'affermarsi dell'assolutismo di Tiberio fino alla sua morte, all'ascesa e alla caduta di Seiano, alle campagne di Germanico in Germania e alla sua morte in Oriente. 
Oggetto dei libri XI-XII è il regno di Claudio, vittima della seconda moglie Agrippina, che, tolto di mezzo il marito con il veleno, mette sul trono Nerone. 
Nei libri XIII-XVI sono narrati gli avvenimenti relativi al regno di Nerone che, sottrattosi rapidamente alle influenze della madre e del filosofo Seneca, dà inizio alle sue bizzarrie e ai suoi delitti. Ne sarà vittima anche la madre Agrippina. Nella repressione seguita alla congiura di Gaio Pisone e al famoso incendio di Roma, vengono eliminati, tra gli altri, Seneca, Lucano e Petronio; inizia la persecuzione dei cristiani, accusati di essere gli incendiari. 
Il racconto di Tacito è impostato prevalentemente sul registro tragico, giustificato dal tramonto della libertà politica dell'aristocrazia senatoria (alla quale anche l'autore apparteneva) e da vicende obiettivamente sconvolgenti come quelle degli imperatori succeduti ad Augusto. Il pessimismo dello storico si alimenta di elementi precisi che evidenziano la diffusa decadenza morale e la corruzione. Dalla sua narrazione emerge un quadro dalle tinte fosche, quasi senza luce e senza speranza. Lo stile di Tacito è di grande effetto, proverbialmente conciso e austero, che non rifugge da metafore ardite né dagli arcaismi, tutti utilizzati in funzione espressiva. 


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