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Maométto (La Mecca 570 ca.-Medina 632) Fondatore e profeta dell'islamismo. Nacque tra il 567 e il 572 d. C. nella regione dello Hijâz, altopiano desertico lungo la costa occidentale dell'Arabia che si affaccia sul Mar Rosso. In questa regione vicino a oasi fiorenti si trovavano già nel VI secolo due centri abitati da popolazione sedentaria di mercanti, Mecca e Yathrib (successivamente chiamata Medina). Popolazioni sedentarie erano stanziate anche nello Yemen (l'Arabia felix dei latini) che aveva scambi mercantili e culturali con la vicina Etiopia cristiana. L'influenza del cristianesimo giungeva in Arabia anche dal nord. Regni cristiani si trovavano nella zona settentrionale dell'Arabia in particolare presso il confine bizantino e persiano. Sulla via che collegava lo Yemen al mondo bizantino, La Mecca godeva di una condizione commerciale privilegiata; in particolare contribuivano a dare importanza alla città le grandi fiere annuali che si svolgevano nelle sue vicinanze e il culto della Pietra Nera nel santuario della Ka'ba (edificio cubico). La vita religiosa della Mecca culminava nella cerimonia del pellegrinaggio. In questo ambiente nacque e visse Muhammad profeta dell'Islam, conosciuto in Occidente con il nome di Maometto. Le fonti che descrivono la vita del Profeta sono il Corano e la raccolta di tradizioni formatasi nei secoli successivi. La compilazione più antica relativa alla vita di Maometto è la cosiddetta Sîra (vita modello) di Ibn Ishâq, vissuto settantadue anni dopo la morte del Profeta. Molto dubbi sono gli anni precedenti alla missione pubblica di Maometto; egli avrebbe appartenuto alla grande tribù dei Quraish (o coreisciti), signori della Mecca. Secondo la tradizione Maometto sarebbe stato un trovatello; il padre 'Abdallâh sarebbe morto prima della sua nascita, mentre la madre Âmina al momento della nascita del futuro profeta avrebbe avuto visioni miracolose di gloria. Maometto rimase orfano della madre quando aveva sei anni; questa condizione di orfano è testimoniata nel Corano. Il piccolo Maometto fu affidato al nonno paterno Abd al-Muttalib che ne curò l'educazione. Morto anche il nonno, Maometto fu cresciuto dallo zio Abz Tâlib, padre del futuro califfo 'Alî. Date le difficili condizioni finanziarie in cui si trovava la sua famiglia, Maometto dovette lavorare per vivere e servì come pastore presso alcuni parenti. Un episodio interessante dell'infanzia di Maometto fu la sua purificazione; si narra che mentre in compagnia di altri coetanei pascolava il gregge, fu preso da due uomini vestiti di bianco (angeli) che lo buttarono a terra gli aprirono il petto, ne estrassero un grumo di sangue nero e con un po' di neve che si erano portati con sé in una tazza d'oro gli lavarono il cuore e il ventre. Richiusero il petto di Maometto e scomparvero. Altro episodio della fanciullezza di Maometto fu quello relativo al viaggio (582 ?) in compagnia dello zio Abz Tâlib in Siria: a Busra il dotto e santo monaco cristiano Bahîra riconobbe in lui le qualità di Profeta. La situazione finanziaria di Maometto cambiò con il matrimonio con la ricca vedova Khadîja (595 ?). La tradizione vuole che Khadîja utilizzò dapprima Maometto come suo fiduciario perché era famoso per la sua onestà tanto da essere chiamato al-amîn (il fidato). Maometto aveva allora venticinque anni, Khadîja quaranta. 
Nel 610 d. C. Maometto incominciò ad avere le prime rivelazioni nella caverna del monte Hirâ; esse furono precedute da lunghi ritiri spirituali, i tahannuth, non ignoti anche al paganesimo preislamico. Quando veniva inondato dalla rivelazione divina, Maometto cadeva per terra gridando zammilûnî, zammilûnî! (avvolgetemi in un manto). La tradizione narra che dopo le prime rivelazioni il flusso della parola divina si interruppe per un certo periodo di tempo; questo intervallo è detto fatra (indebolimento). Maometto confidò solo a pochi intimi le rivelazioni ricevute dall'Angelo. Questo periodo della vita del Profeta è chiamato pre-apostolico. Secondo la tradizione i primi convertiti furono la moglie Khadîja, il cugino 'Alî, il figlio adottivo Zaid e i due futuri califfi 'Othmân e Abz Bakr. Una visione verso la fine del 612 avrebbe ordinato a Maometto di iniziare il suo apostolato pubblico; sembrerebbe che nei primi tempi Maometto cercasse di attirarsi le simpatie dei dirigenti della Mecca e solamente più tardi avesse assunto un altro atteggiamento. Interessante è un episodio riportato dal Corano: un povero cieco un giorno si recò da Maometto per chiedere informazioni sulla predicazione, ma il Profeta, impegnato a convincere i ricchi meccani, lo avrebbe scacciato. Un fatto che colpisce è la rarità in tutto il Corano di nomi propri di persone e di luoghi, essenziali per capire determinate circostanze. La tradizione rimedia eccedendo nel fornire dettagli di circostanze, di tempi e di luoghi difficilmente credibili. Maometto fu accusato di essere un mago o un poeta, di aver inventato le rivelazioni e di dire cose non vere parlando della resurrezione dei morti e dell'Ora finale. Cominciarono quindi le persecuzioni contro Maometto e l'esile gruppo di suoi seguaci. I coreisciti, comprendendo che una vittoria del monoteismo di Maometto avrebbe comportato la fine del loro predominio politico-religioso, cominciarono a ostacolarlo alla Mecca. Nel 615 d. C. ottanta persone circa, guidate da Ja'far figlio di Abz Tâlib emigrarono in Abissinia. Poco dopo si verificò un importante avvenimento, la conversione di 'Omar, un personaggio molto influente; la situazione precipitò con l'esclusione dei musulmani dai diritti tribali. Questo era un fatto gravissimo, in quanto all'epoca l'unica garanzia di protezione era l'appartenenza a un clan. Il potente Abz Tâlib, zio di Maometto, riuscì a rendere vano questo tentativo per un certo tempo. In questo periodo si colloca il miracoloso viaggio notturno a Gerusalemme, dopo il quale Maometto fu rapito e portato in cielo su di un cavallo angelico detto Burâq e qui, dopo aver contemplato i tormenti dell'Inferno e la serenità del Paradiso, si avvicinò a Dio. Di questo viaggio simbolico esistono numerosi racconti popolari. Nel 619 d. C. morirono la moglie di Maometto Khadîja e Abz Tâlib; fu un momento particolarmente difficile per il profeta. Maometto aveva avuto dalla moglie varie figlie; l'unica sopravvissuta era Fatima, la futura moglie del cugino Alî. Nel 620 d. C. tentò di convertire la ricca città di Tâ'if senza riuscirvi; nello stesso anno durante il tradizionale pellegrinaggio alla Ka'ba alcuni abitanti di Yathrib, la futura Medina, si convertirono alla sua predicazione. A Yathrib vivevano molti monoteisti ed ebrei e le continue lotte tra le due grandi tribù degli Aus e dei Khazraj facevano sentire la necessità di un capo imparziale. Dopo un primo convegno nel 621 d. C. ad 'Aqaba, un'altura presso la Mecca, nel giugno del 622 d. C. si concluse il cosiddetto patto di al-'Aqaba; Maometto fu riconosciuto capo degli abitanti di Yathrib. Nello stesso anno avvenne l'ègira, la fuga dalla Mecca per Medina/Yathrib. La tradizione narra di un tentativo di assassinio di Maometto da parte dei coreisciti poco prima della sua partenza. Il viaggio non fu semplice: il 25 settembre Maometto arrivò a Yathrib; da allora la città di Yathrib sarà chiamata Medina (da Madînat an Nabî, città del profeta). Un anno dopo l'arrivo di Maometto, a Medina fu emanato un editto con il quale venivano regolati i nuovi rapporti tra i diversi gruppi che formavano la popolazione; nel documento fu evidenziato che nessun credente poteva prendere le difese di un non credente anche se appartenente alla stessa tribù. Ebrei e musulmani si impegnarono ad aiutarsi scambievolmente in caso di aggressione. Maometto utilizzò tutti i mezzi che aveva a disposizione per organizzare, difendere e consolidare la comunità stessa. Nel 623 d. C. sposò 'Â'isha e un anno più tardi (624 d. C.) ottenne la prima vittoria militare a Badr, località a circa 105 chilometri da Medina. Un mese dopo la battaglia di Badr furono confiscati i beni della tribù ebrea dei Qainuqâ'. Nel 625 d. C. i coreisciti si presero la rivincita di Badr vincendo a Uhud; durante questa battaglia Maometto fu ferito lievemente. A settembre dello stesso anno gli ebrei Nadîr furono espulsi da Medina e i loro beni confiscati. Dopo questo episodio si verificarono razzie punitive contro le tribù beduine. Nel frattempo Maometto decise di cambiare la direzione assunta dagli oranti durante la preghiera canonica, la cosiddetta qibla. Da quel momento gli oranti dovevano orientarsi verso la Ka'ba e non più verso Gerusalemme. Nella primavera del 626 d. C. si sposò nuovamente, questa volta con Zainab, moglie del figlio adottivo Zaid e da questi divorziata. Molti matrimoni di Maometto furono fatti a scopo politico; egli non ebbe nessun figlio maschio se non quello avuto da una sua relazione con una schiava copta, Maria nel 630 d. C. Nel novembre del 626 d. C. la moglie 'Â'isha ebbe un banale incidente che però lasciò ampi strascichi nella storia successiva. Durante una spedizione 'Â'isha si allontanò dalla carovana e fu trovata da un giovane cammelliere che la riportò a casa il giorno seguente; si diffusero brutte voci sul suo conto. Maometto la riprese con sé dopo una rivelazione divina che la assolveva. Questo episodio fu una causa occasionale delle lotte di successione che portarono allo scisma tra sunniti e sciiti. Nel marzo del 627 d. C. i coreisciti radunarono una confederazione di beduini, di circa diecimila uomini. Medina fu assediata e si salvò grazie a un fossato costruito dal persiano Salmân. Dopo la vittoria Maometto si scagliò contro i traditori ebrei appartenenti all'ultimo clan ebraico rimasto in città, quello dei Quraiza e pochi sfuggirono al massacro. Con questa vittoria finì il periodo di difesa e di consolidamento dello stato musulmano di Medina e cominciò la fase di espansione. Molte tribù beduine si convertirono in massa. Nell'aprile del 628 d. C. Maometto ebbe una visione riferita nel Corano: essa annunciava che tra breve i suoi seguaci avrebbero intrapreso un pellegrinaggio al santuario di Abramo della Ka'ba. Maometto iniziò i preparativi per il viaggio verso la Mecca. Quell'anno il pellegrinaggio si rivelò impossibile, ma Maometto ottenne a Hudaibiya il famoso giuramento di fedeltà e concluse con i coreisciti una tregua decennale ottenendo il permesso di compiere l'anno successivo, pacificamente, il pellegrinaggio al santuario della Ka'ba. Nel 629 d. C. con circa duemila seguaci entrò alla Mecca e si recò in visita al santuario. Prima della definitiva conquista della città ci furono altre spedizioni, tra cui quella a Mu'ta al confine bizantino guidata da Zaid che morì in battaglia. Alla fine dell'anno Maometto iniziò con diecimila seguaci la marcia verso la Mecca ed entrò nella città santa nel gennaio dell'anno successivo. Nel frattempo organizzò un'altra spedizione contro la confederazione beduina dei Hawâzin nei pressi di Tâ'if. Verso la metà di marzo dopo aver compiuto i riti del pellegrinaggio, Maometto fece ritorno a Medina. Venne quindi organizzata una spedizione in Transgiordania. La tradizione parla di uno scisma manifestatosi in questo periodo tra i musulmani con la costruzione di una moschea nei pressi di Qubâ. L'anno dopo la conquista della Mecca, nel 631 d. C., il pellegrinaggio venne guidato da Abz Bakr in rappresentanza di Maometto. Il Profeta partecipò di persona al pellegrinaggio dell'anno seguente (febbraio del 632 d. C.) spinto da uno strano presentimento. È il pellegrinaggio noto nella tradizione come pellegrinaggio d'addio. Maometto moriva a Medina pochi mesi dopo (8 giugno) in semplicità come era vissuto fra le braccia della moglie prediletta 'Â'isha. 


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