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medioèvo, sm. Periodo storico compreso tra l'antichità classica e l'età moderna. Nello studio della storia occidentale è il periodo compreso convenzionalmente tra la caduta dell'impero romano d'occidente (476) e la scoperta dell'America (1492). Il concetto di medioevo come periodo di transizione cominciò a formarsi già nel XIV sec., ma divenne esplicito insieme al concetto di rinascimento, per opera di storici umanisti come G. B. Vico e L. Muratori, che videro in esso la negazione della bellezza e dell'equilibrio artistico classici e per opera dei riformati che identificarono il medioevo con un lungo periodo di decadenza e corruzione della chiesa (nonostante il periodo di splendore di papa Gregorio VII). Inizialmente visto come periodo di decadenza culturale, è attualmente considerato come un periodo sostanzialmente positivo, nel quale popoli respinti come barbari dall'impero romano furono comunque assorbiti nel mondo romano cristiano. Viene diviso genericamente in due periodi: alto e basso medioevo. Nel primo periodo (dal IV al IX sec.) il commercio venne gradualmente ridotto sia per mare che per terra (gli arabi paralizzarono i traffici nel Mediterraneo); le città si spopolarono e gli abitanti diminuirono; la cultura si conservò solo nei monasteri e i benedettini, specialmente, si distinsero nelle trascrizioni dei codici. Le opere classiche (Virgilio, Orazio) invece, vennero interpretate, per esempio, alla corte di Carlo Magno, secondo la mentalità medievale orientata verso il simbolismo e l'allegorismo. Il X sec. vide una modesta ripresa: le città si ripopolarono e nelle campagne si costruirono castelli. Dall'XI al XIII sec. (basso medioevo), ha inizio, con la riforma gregoriana, una nuova fase della storia medievale. La riforma, principalmente etico-religiosa, coincide con la nascita della nuova classe borghese, che nelle città si affermava attraverso i traffici e il commercio (comuni). In questo periodo l'impero diventò romano germanico, si rafforzò (Ottoni, Franconia, Svevia), nacquero i comuni, le città europee ebbero nuovo slancio, si intensificarono gli scambi commerciali e la circolazione monetaria ebbe nuovi stimoli. Nel campo artistico, si passò dallo stile romanico allo stile gotico. Il contatto con il mondo arabo, grazie alle crociate, favorì la diffusione di prodotti preziosi e dei numeri arabi. L'Italia brillò per la cultura e le arti e l'importanza di questo rinnovamento fu determinante per la nascita dell'umanesimo (Dante e Giotto ne furono i precursori). Nel XIV e XV sec. vi furono ulteriori mutamenti: i comuni vennero sostituiti dalle signorie; le città si ingrandirono; la popolazione, grazie al benessere economico e nonostante le terribili epidemie (peste), aumentò; alcune corti (Medici a Firenze, Sforza a Milano, Este a Ferrara) divennero centri di lusso e di cultura; nacque la stampa a caratteri mobili che permise le trascrizioni di manoscritti in modo più rapido e meno costoso. Con la sconfitta dei mori a Granada, e la partenza di Cristoforo Colombo sulle vie delle Indie, che portò alla scoperta delle americhe (1492), ha termine il medioevo. 


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