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Armènia (stato) Repubblica asiatica del Caucaso meridionale, confina a nord con la Georgia, a est e a sud con l'Azerbaigian e per un breve tratto con l'Iran, a ovest con la Turchia. Il territorio prevalentemente montuoso fa parte del Piccolo Caucaso; rilievi che si spingono fino a 4.000 m sono disseminati su altipiani di origine vulcanica. In una grande fossa di sprofondamento è contenuto il lago Sevan, molto importante per la rete di irrigazione del paese. I fiumi principali sono il Kura e l'Araks, che si gettano nel mar Caspio. Il paesaggio armeno è rappresentato tipicamente dalla steppa. 
La capitale è Erevan (1.200.000 ab.), principale centro industriale del paese. Altre città sono Kumayri (già Leninakan) e Karakilis (già Kirovakan). L'irrigazione ha permesso lo sviluppo dell'agricoltura nonostante l'aridità del clima (cereali, barbabietole da zucchero, patate, tabacco, cotone, ortaggi e frutta). Intenso l'allevamento. Attiva anche l'industria mineraria (rame, molibdeno). Industrie importanti sono quelle metallurgiche, meccaniche, chimiche, vinicole e tessili. 
STORIA Nel 189 a. C. l'antica Urartu riconquista la sua indipendenza, formando i regni della Piccola e della Grande Armenia. Dopo il brillante regno di Tigrane II (95-54 a. C.), l'Armenia è convertita al cristianesimo a partire dalla fine del III sec. e successivamente focolaio della dottrina monofisita; passa quindi sotto il dominio dei romani e poi dei parti. Nel 640 viene invasa dagli arabi. La dinastia locale dei Bagratidi assicura al paese una relativa prosperità (885-1079). 
Nei secoli X-XIV si sviluppa una scuola di architettura e di pittura murale. Dalla metà dell'XI sec. all'inizio del XV sec., la Grande Armenia è devastata dalle invasioni turche e mongole. Negli anni 1080-1375 la Piccola Armenia, creata in Cilicia da Rouben, sostiene le crociate nella loro lotta contro l'Islam. Quindi soccombe sotto i colpi dei mamelucchi. 
Nei secoli XIV-XVII gli ottomani sottomettono tutta l'Armenia, con la sola eccezione di qualche kanato annesso all'Iran e pongono gli armeni sotto l'autorità del patriarca armeno di Costantinopoli. Negli anni 1813-1828, i russi conquistano l'Armenia orientale. Nel 1915 il governo dei Giovani Turchi avvia un'azione di genocidio (1.500.000 vittime). 
Nel 1918 viene proclamata la Repubblica Indipendente di Armenia. Nel 1920, gli Alleati, si pronunciano per la creazione di una Grande Armenia (trattato di Sèvres, agosto), ma le truppe turche di Kémal e l'Armata Rossa occupano il paese. Nel 1922, la repubblica socialista sovietica, proclamata nel dicembre 1920 viene integrata nella federazione transcaucasica e nell'URSS. Nel 1936 diventa una repubblica federata. 
Nel 1988 gli armeni si ribellano e reclamano l'annessione del Karabakh alla repubblica di Armenia. I governi dell'URSS e dell'Azerbaigian si oppongono. I movimenti nazionalisti armeni vincono le prime elezioni repubblicane libere che si tengono nel 1990. L'anno successivo il Soviet Supremo proclama l'indipendenza del paese (settembre), che aderisce alla CSI. Viene eletto presidente della repubblica Levon Ter-Petrossian. 
Abitanti-3.750.000 
Superficie-29.800 km2 
Densità-126 ab./km2 
Capitale-Erevan 
Governo-Repubblica presidenziale 
Moneta-Dram 
Lingua-Armeno 
Religione-Ortodossa 


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