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San Giovànni in Lateràno, basìlica di La storia di questa chiesa romana è stata molto travagliata: iniziò nel 313 d. C., quando Costantino confiscò i possedimenti della famiglia dei Laterani, che era caduta in disgrazia, e donò il terreno a papa Melchiade. L'anno dopo iniziarono i lavori di costruzione della prima basilica cristiana di Roma che voleva simboleggiare il trionfo del cristianesimo sui riti pagani. Costantino infatti, dopo aver vinto Massenzio, ordinò la fine delle persecuzioni dei cristiani. San Giovanni in Laterano è quindi la prima basilica di Roma e ancora oggi ne è la cattedrale. Ciò gli valse il titolo di Madre e capo di tutte le chiese della città e del mondo. Fino all'esilio dei papi ad Avignone, il complesso del Laterano (la basilica, il battistero e il palazzo attiguo) era la residenza del pontefice, a partire da papa Silvestro I (314). Lo stesso papa Silvestro I consacrò la basilica nel 324 al Redentore. Solo nel 1144 la basilica fu consacrata a San Giovanni. Nel corso della storia la basilica conobbe terribili momenti: fu devastata dai barbari nel V sec. e danneggiata da un terremoto nell'896. In seguito a ciò, fu ricostruita durante il papato di Sergio III, ma fu distrutta da un incendio nel 1308. In quell'occasione andò distrutto anche il palazzo di Laterano che fu ricostruito nel 1586 per volere di papa Sisto V. Un secondo incendio, a soli cinquantadue anni di distanza dal primo (1360), arrecò ancora danni gravissimi alla chiesa che tuttavia è riuscita a conservare la forma originale a cinque navate, pur dopo i lavori di ristrutturazione dell'epoca barocca voluti da Urbano VIII e Innocenzo X. La parte più recente della basilica è la facciata, del XVIII sec., opera di Alessandro Galilei. La porta laterale della basilica viene aperta ogni 25 anni in occasione dell'Anno Santo. La facciata a Nord è invece antecedente, del 1586, opera di Domenico Fontana. Il portico conserva la statua di Costantino, proveniente dalle terme del Quirinale, mentre la porta centrale, del 1656, reca i battenti della porta della Curia del Foro Romano, con decorazioni posteriori (1660) che richiamano i simboli di papa Alessandro VII. All'interno, la disposizione delle navate è dovuta al Borromini mentre il soffitto della basilica non fu modificato ed è ancora quello risalente al 1562, opera degli allievi di Michelangelo. I pilastri della navata principale invece, sono di epoca barocca, ma siccome la volta, prevista nel progetto originale del Borromini, non fu mai realizzata, le colonne appaiono schiacciate dal soffitto, formando un assieme poco armonioso. Costeggiano la navata principale le statue degli Apostoli, opere tardo barocche di allievi del Bernini. Accanto a una delle statue, un affresco attribuito a Giotto raffigura papa Bonifacio VIII che nel 1300 proclama il primo Anno Santo. A lato della navata principale, la cappella Corsini, a croce greca, è opera di Alessandro Galilei, ornata da statue del XVIII sec. e da un'urna ritrovata nel Pantheon. La cappella risale al 1730 e fu costruita per papa Clemente XII. Sull'altare, una pala di un mosaico riproduce un dipinto di Guido Reni raffigurante Sant'Andrea Corsini. Il transetto (opera di Giacomo della Porta) è ricco di affreschi, marmi e decorazioni in stile manierista (Cesare Nebbia e Cavalier d'Arpino che imitò la Trasfigurazione di Raffaello nel suo dipinto l'Ascensione). Il soffitto, raffinato, ricco di colori e dorature, è opera di Taddeo Landini (XVI sec.). Ai lati del transetto, la cappella del Santo Sacramento ospita belle colonne antiche dorate che secondo la leggenda deriverebbero dal tempio di Giove costruito sul Campidoglio. Il baldacchino al centro del transetto è del XIV sec. e conserva le reliquie delle chiavi dei Santi Pietro e Paolo. L'altare, originariamente di legno, fu rivestito di marmo nel XIX sec. per volere di papa Pio IX. Accanto al baldacchino, la Confessione ospita la tomba di Martino V. L'abside, derivante dalla basilica voluta da Costantino, fu modificata solo quando fu costruito il coro; in quell'occasione fu rifatto il mosaico della calotta, precedente opera di Jacopo Turriti. Il mosaico raffigura la Croce e la Gerusalemme celeste, con le figure della Madonna, di San Niccolò, di San Pietro e San Paolo, di Sant'Andrea e dei due San Giovanni. La figura del Cristo, che domina il mosaico, era inizialmente risalente al IV sec., ma in seguito al restauro del XIX sec. questa parte fu danneggiata e sostituita con una copia. Il Battistero di San Giovanni fu fondato anch'esso da Costantino nel IV sec. e ricostruito un secolo dopo per volere di Sisto III. Otto colonne di porfido poggiano su una pianta ottagonale, dominate da un architrave che reca un'iscrizione. Il secondo livello di colonne e il lucernario furono aggiunti nel XVI sec. Attorno alla zona centrale del Battistero furono aggiunte in epoche diverse quattro cappelle: le cappelle dei due santi Giovanni (Battista ed Evangelista) risalgono al 461-468. Quella di San Giovanni Battista conserva una porta in lega (oro, bronzo e argento), mentre nella cappella di San Giovanni Evangelista la porta (XII sec.) è di bronzo e all'interno la volta è ornata da un mosaico. La cappella di Santa Rufina e Seconda occupa il nartece del Battistero del XII sec. e vi si può ammirare un mosaico risalente al V sec. Infine, la cappella di San Venanzio risale al VII sec. ed è abbellita da mosaici in stile bizantino. Accanto alla chiesa di San Giovanni in Laterano, i chiostri, voluti dalla famiglia Vassalletto nel XIII sec., sono ornati da mosaici in marmo. 


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