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Washington, George (Wakefield 1732-Mount Vernon 1799) Primo presidente degli USA. Primo figlio di Augustine Washington e Mary Ball, nacque il 22 febbraio 1732. La morte del padre, avvenuta il 12 aprile 1743, portò un notevole cambiamento nella vita del giovane che, da figlio di un ricco piantatore, si trovò a essere un medio possidente direttamente impegnato nella gestione delle proprie terre. Egli non frequentò il William and Mary College, l'università virginiana frequentata dalle classi sociali più alte, ma ebbe un'educazione familiare soprattutto pratica, restando sempre un uomo di cultura media. A soli sedici anni andò ad abitare a Mount Vernon con il fratellastro Lawrence sposatosi con Anna Fairfax, figlia del colonnello William Fairfax. George conquistò presto la fiducia del colonnello che lo nominò suo agrimensore e lo inviò nelle selvagge regioni dell'interno, ai piedi dei monti Allegheny. A soli diciassette anni venne nominato agrimensore ufficiale della contea di Culperer. Nel 1752 con la morte di Lawrence George ne ereditò le proprietà e venne nominato maggiore della milizia della Virginia, carica ricoperta dal fratellastro. In pochi anni conquistò una posizione, suggellata dal suo ingresso nella loggia massonica di Fredericksburg nel 1753. In questi anni i francesi tentarono di annettersi e di colonizzare tutto il territorio dal Golfo del Messico al Canada, scontrandosi con gli stessi interessi degli inglesi. Quando la situazione diventò critica, l'Assemblea della Virginia decise di inviare un messaggio ai francesi sull'Ohio, invitandoli a ritirarsi. A questo punto Washington, con grande tempismo, entrò in scena e si offrì come messaggero. Al ritorno da questo duro e difficoltoso viaggio, l'Assemblea gli fu molto grata e gli diede un premio di cinquanta sterline. Fino al 1758 la sua vita fu occupata dalla guerriglia di frontiera contro i francesi e gli indiani loro alleati. La tensione aumentò sino a quando Washington, nominato tenente-colonnello e comandante del contingente virginiano sulla frontiera, iniziò le ostilità nella primavera del 1754. La sua prima azione, con la quale catturò una quarantina di francesi, lo rese famoso in tutto il mondo, ma la gloria durò pochi mesi in quanto venne costretto a capitolare. La sua condotta venne ad ogni modo approvata. Nel 1755 dovette assistere alla sconfitta del generale Braddock, ma il suo personale operato fu ancora elogiato. Nominato comandante, per due anni dovette sostenere una difficile guerriglia di frontiera, alla testa di un esercito di volontari mal equipaggiati. Solo nel 1758, dopo sue incessanti richieste, gli inglesi inviarono una spedizione comandata dal generale Forbes. Al termine di una faticosissima marcia le truppe inglesi giunsero a Fort Duquesne, da cui i francesi manovravano la guerriglia, ma lo trovarono bruciato ed evacuato. Questa vittoria senza gloria concluse questa fase della vita di George Washington, al quale non restò che ritirarsi a vita privata. Egli iniziò a curare i propri interessi di piantatore e di gentiluomo virginiano. Nel 1758 si presentò alle elezioni per la camera dei Borghesi e il 24 luglio dello stesso anno venne eletto rappresentante della contea di Frederick. Nel gennaio del 1759 sposò Martha Dandridge Curtis, una vedova con due figli e migliaia di ettari di terra. Iniziò così un periodo felice durante il quale egli si dedicò esclusivamente alla coltivazione e alla vita familiare. In questi anni, terminata la contesa con i francesi, le tredici colonie americane cominciarono ad agire con una certa indipendenza, non curanti del potere centrale. Raggiunta una notevole maturità economica, sociale e politica, l'attrito con l'Inghilterra crebbe sempre più. Washington in questo periodo di tensioni rimase nell'ombra, ma quando i virginiani decisero di boicottare il commercio inglese, egli aderì all'iniziativa. I rapporti tra le colonie e la madre patria divennero sempre più problematici e conflittuali. Tuttavia per alcuni anni si tentò da entrambe le parti di raggiungere compromessi che evitassero un conflitto. Nel 1773 un gruppo di bostoniani distrusse un carico di tè di tre navi nel porto e la crisi raggiunse il suo apice. Nel settembre del 1774 si radunò a Filadelfia il primo Congresso Continentale composto da cinquantacinque delegati, in rappresentanza di tutte le colonie, eccettuata la Georgia. Nel frattempo ovunque si erano formate compagnie di milizia coloniale e Washington fece lo stesso nella sua contea. Il 10 maggio 1775 si riunì il secondo Congresso Continentale, chiamato a prendere gravi decisioni e il 16 giugno George Washington venne nominato generale comandante in capo dell'esercito americano. Il 2 luglio 1776 l'assemblea votò in favore dell'indipendenza e il 4 luglio ci fu la Dichiarazione d'Indipendenza. Iniziarono così le ostilità. Washington si trovò a comandare un esercito mal equipaggiato, formato da volontari arruolatisi nella milizia solo per alcuni mesi e da pochi e incompetenti ufficiali. Il 27 agosto il generale Howe lo sconfisse nella battaglia di Long Island e occupò New York. La notte di Natale Washington, determinato a ottenere una vittoria per risollevare il morale di coloro che formavano ancora la Continental Army, catturò mille mercenari nemici a Trenton. L'inverno successivo fu veramente terribile per lui e la sua Continental Army. Nel settembre del 1777 Howe sconfisse ancora gli americani nella battaglia di Brandywine e conquistò Filadelfia ma il 17 ottobre Burgoyne si arrese agli americani a Saratoga. Nel dicembre Washington pose i quartieri invernali a Valley Forge: il suo esercito era ormai stremato dalla fame, dal freddo e dal malcontento. Egli cercò in tutti i modi di rinsaldare il proprio esercito migliorandone le condizioni generali, ristabilendo l'ordine e, grazie anche all'aiuto del generale prussiano Von Steuben, migliorarne l'addestramento. Il 6 febbraio 1778 Stati Uniti e Francia firmarono un trattato di alleanza. Nella primavera la Continental Army fu pronta per la battaglia e Howe, vistosi negare i rinforzi, diede le dimissioni e fu sostituito dal generale Clinton. Inglesi e americani combatterono sino al 1781 con alterna fortuna: i primi inseguendo continuamente il nemico, senza però ottenere il controllo di alcuna zona a eccezione della Georgia; i secondi restando sulle difensive e aspettando il momento opportuno per agire. L'occasione arrivò nel 1781, anno iniziato male per gli americani che erano stati sconfitti al sud. Washington inviò il generale Green in Carolina per contrastare il generale Cornwallis, la flotta francese intanto impedì l'invio di rifornimenti e rinforzi a Cornwallis, il quale dovette ritirarsi e fermarsi a Yorktown. Qui dopo molti avvenimenti il 17 maggio 1781 l'esercito inglese si arrese. Con la caduta di Yorktown finì ufficialmente la guerra, anche se le ostilità cessarono solo nel marzo del 1783 dopo che venne firmata la pace a Parigi. Con l'accettazione da parte dell'Inghilterra dell'indipendenza americana Washington lasciò la sua carica e si ritirò a Mount Vernon, dove si dedicò all'abbellimento della propria casa e al miglioramento delle colture. Le tredici colonie iniziarono a governarsi con la Costituzione Confederale approvata nel 1777 ed entrata in vigore nel 1781. I vari stati avevano però esigenze diverse e monete diverse, occorreva un potere centrale più forte. Dopo molti tentativi si giunse nel 1787 alla Convenzione nazionale di Filadelfia che portò alla nuova costituzione. Washington, pressato da molti, vi prese parte, abbandonando così i suoi sogni di una vita appartata a Mount Vernon. Il 13 maggio sotto la presidenza di George Washington iniziarono le sedute della Convenzione che terminarono il 17 settembre con il testo della nuova Costituzione. Nonostante alcune controversie, la costituzione venne ratificata dalle assemblee di tutti gli stati, finché nel 1788 entrò in vigore. Venne eletto il parlamento e il 4 febbraio 1789 Washington fu eletto all'unanimità presidente degli Stati Uniti. Il 30 aprile Washington prese possesso della sua carica e si stabilì a New York. 
Gli otto anni della sua presidenza furono privi di fatti clamorosi, ma furono gli anni durante i quali si formarono le basi del nuovo stato. La prima preoccupazione del presidente fu quella di rafforzare l'esecutivo e in particolare la sua posizione, in modo da renderne rapida ed efficiente l'azione. Egli nominò Alexander Hamilton, già suo aiutante di campo durante la guerra, ministro del Tesoro; Thomas Jefferson, l'autore della dichiarazione d'indipendenza, ministro degli Esteri; Henry Knox ministro della Guerra come sotto la Confederazione e John Jay, esperto uomo politico, presidente della Corte. Washington, pur avendo la responsabilità finale di ogni atto, consultò sempre i suoi collaboratori prima di ogni decisione importante: volle creare la figura di un presidente vera guida politica e morale del paese, senza però un'immagine autoritaria. In campo amministrativo, grazie al proprio buon senso e alle proprie capacità organizzative, ottenne risultati soddisfacenti, mentre lasciò la direzione del campo economico, a lui poco familiare, ad Alexander Hamilton. Le decisioni di quest'ultimo provocarono però ancora più scontento nelle file degli antifederalisti. Durante la sua presidenza Washington restò sempre dell'idea che i posti chiave del governo dovessero rimanere ai membri delle classi superiori, idea che lo portò anche a non capire le ragioni dei moti popolari che si ebbero, in alcune occasioni, nel paese. Un esempio fu nel settembre del 1794 quando scoppiò in Pennsylvania la ribellione del whiskey contro la tassa sul whiskey distillato anche privatamente. Washington non capì il perché di questa ribellione e stroncò duramente e rapidamente la sommossa. Anche in politica estera l'azione di Washington fu sempre decisa, avendo lui stesso il potere di decisione. Egli cercò di mantenere gli Stati Uniti fuori dalle guerre che sconvolgevano l'Europa. Allo scoppio della rivoluzione francese e in seguito alla dichiarazione di guerra della Francia all'Inghilterra continuò nella sua politica di neutralità, scontrandosi con il volere di molti cittadini americani. Il 5 dicembre 1792 egli venne rieletto all'unanimità presidente degli Stati Uniti. Nel 1796 il presidente rifiutò di candidarsi per la terza volta e indirizzò agli americani un messaggio d'addio nel quale raccomandò loro i valori che lo avevano accompagnato durante tutta la sua vita e cioè ordine, unità e libertà. Nel marzo del 1797 Washington, tornò a Mount Vernon, dopo la cerimonia di insediamento del nuovo presidente John Adams. Trascorse gli ultimi due anni della sua vita indaffarato con le sue terre e con i numerosi ospiti che ogni giorno andavano a ossequiarlo. George Washington morì il 14 dicembre 1799. 


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