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Caterìna II di Russia (Stettino 1729-Pietroburgo 1796) Imperatrice di Russia, conosciuta anche come Caterina la Grande. Nel 1742 l'imperatrice Elisabetta designò quale suo successore al trono di Russia il giovane Pietro duca di Holstein, figlio della sorella Anna (il futuro Pietro III). Qualche anno dopo pensò di dare in moglie al giovane la figlia del principe tedesco Cristiano Augusto di Anhalt-Zerbst e di Giovanna di Holstein-Gottorp, Sofia Federica Amalia. Accompagnata in Russia dalla madre, la giovane, convertitasi alla religione ortodossa, fu ribattezzata col nome di Caterina Alekseevna e nel 1745 andò sposa al cugino Pietro di Holstein-Gottorp. Benché il matrimonio fosse stato combinato per motivi politici, Caterina si comportò con abilità, così da accattivarsi le simpatie di tutta la corte e della stessa imperatrice. La sua cultura, formatasi sulle opere degli enciclopedisti francesi, e la sua intelligenza la ponevano molto al di sopra del marito. Appena salito al potere (gennaio 1762), Pietro III promulgò una serie di provvedimenti, che provocarono un malcontento generalizzato delle classi dirigenti. Nell'estate del 1762, una congiura organizzata da due ufficiali della guardia imperiale, Aleksej e Grigorij Orlov, portò Caterina sul trono. Venne condotta a Pietroburgo e proclamata imperatrice al posto di Pietro III. Pietro preferì abdicare e rimase ucciso poco tempo dopo in circostanze oscure. Caterina volle avere un controllo diretto sull'attività di governo. Si preoccupò di acquisire una conoscenza diretta delle condizioni del paese e a questo scopo compì numerosi viaggi (Rostov, Saratov, Simbirsk, Crimea). Accentrò i poteri; promosse una nuova raccolta generale delle leggi che costituisse un sistema rinnovato e coerente. Ispirandosi soprattutto ai principi teorizzati da Montesquieu (1689-1755) e da C. Beccaria (1738-1794), elaborò nel 1767 un piano di riforme in senso liberale e istituì una commissione per la redazione di un nuovo codice. Di fatto, le divergenze in seno alla commissione legislativa fecero concludere i lavori con un nulla di fatto. Nel 1775 attuò la riforma dell'organizzazione amministrativa, parzialmente ispirata al principio della divisione dei poteri amministrativo, giudiziario e finanziario, istituendo cinquanta governatorati (circoscrizioni territoriali suddivise a loro volta in province, in circoli e in distretti) controllati direttamente dall'imperatrice attraverso i governatorati generali. Nel 1785 promulgò la Carta della nobiltà che stabiliva i privilegi accordati ai nobili (esenzione dalle imposte; inapplicabilità delle pene corporali nei loro confronti; prestazione volontaria del servizio; diritto di possedere terre abitate da contadini, che venivano riconosciuti proprietà personale del nobile). In realtà, questi privilegi fissati per legge ebbero per effetto di annullare di fatto i principi liberali e di aggravare addirittura il peso della servitù della gleba e le condizioni dei contadini. Ne derivò una delusione delle aspettative di quanti avevano riposto grandi speranze nello spirito liberale manifestato dall'imperatrice. Il malcontento popolare e la consapevolezza, sorta nei contadini, che fossero loro ingiustamente negate le più elementari libertà determinarono la rivolta di cosacchi, baskiri e servi della gleba, guidata da E. Pugacev (1773-1774). La pubblicazione del libro di A. N. Radiscev (1749-1802), Viaggio da Pietroburgo a Mosca (1790), violento atto di accusa contro la servitù della gleba, evidenziò la posizione autoritaria assunta ormai dall'imperatrice: Radiscev fu condannato all'esilio in Siberia. Le vicende della rivoluzione francese non fecero che rafforzare le misure repressive nei confronti degli intellettuali e dei dissidenti. Oltre all'attività politica, Caterina svolse, soprattutto nei primi anni, una notevole attività letteraria, dalla quale scaturirono vari lavori (favole, opere storiche, opere pedagogiche, commedie). Tra i suoi lavori teatrali, che costituiscono una testimonianza della vita e dei costumi dell'epoca, si ricordano le commedie O tempo! e L'onomastico della signora Volcalkinaja. Frutto della sua sensibilità per la cultura fu l'istituzione dell'università di Niznij Novgorod e di altre scuole speciali. La mancanza di personale docente ostacolò l'attuazione di numerosi progetti. È anche da ricordare la fondazione dell'Accademia russa di belle arti di Pietroburgo (1765). All'accademia venne affiancata una pinacoteca, che fu allestita nel palazzo dell'Ermitage appositamente costruito e che venne cospicuamente arricchita. Inoltre l'imperatrice tenne una fitta corrispondenza con filosofi e uomini di cultura, quali Voltaire e Diderot, che invitò a Pietroburgo. Quest'attività fece in modo che durante il suo regno si mantenessero vivi i rapporti con la cultura europea e che continuasse la modernizzazione della Russia intrapresa dallo zar Pietro il Grande, anche se non si verificò alcun progresso sul piano sociale. Sul piano territoriale, l'impero russo si estese a sud a spese dell'impero ottomano con l'annessione della Crimea (1783) e a nord ovest con l'inclusione del territorio lituano (1772) e di parte della Polonia. In questo modo, alla fine del regno di Caterina II, i territori russi si trovarono riuniti sotto un'unica sovranità. 


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