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Cecoslovàcchia Repubblica federale europea dal 1918 al 1992. Dal 1° gennaio 1993 la Repubblica Ceca ha assorbito circa i due terzi del territorio, la Slovacchia il rimanente. L'agricoltura, specialmente sviluppata nella valle dell'Elba, produce grano, mais, barbabietole da zucchero e frutta ed è ancora praticata all'interno di grandi aziende statali e cooperative. Caratteristiche della zona intorno a Plzen sono le coltivazioni di luppolo, impiegato per la produzione di birra. L'allevamento (suini e bovini), favorito dalla presenza di vaste aree di pascolo, è praticato nelle zone montuose del paese. Nelle aree degli altipiani si coltivano la segale e le patate. Boschi e foreste forniscono materie prime all'industria della carta e del legname. Nella Boemia settentrionale sono presenti depositi di lignite, utilizzata come combustibile nelle centrali termoelettriche; nel sottosuolo slovacco si trovano giacimenti di ferro, carbone e rame. Le principali industrie sono: siderurgiche, meccaniche (industria automobilistica Skoda ora Volkswagen), tessili e delle armi. Attività di antiche tradizioni sono la produzione di cristalli (cristalli di Boemia), porcellane, pianoforti e matite. Praga (ex capitale della Cecoslovacchia), ora capitale della Repubblica Ceca, è ricca di testimonianze storiche e artistiche. Bratislava, capitale della Slovacchia, è situata sulla riva sinistra del Danubio. Altre città importanti sono: Brno, Ostrava e Kosice. La religione prevalente è quella cattolica. 
L'attuale territorio dei due stati (Repubblica Ceca e Slovacchia) fu occupato nell'antichità da tribù celtiche e germaniche e, a partire dal V sec. d. C., dai cechi e dagli slovacchi (da cui deriva il nome Cecoslovacchia) che nel IX sec. costituirono il regno della grande Moravia. Nel XV sec. la regione divenne il centro del movimento hussita con l'obbiettivo di riformare la chiesa cattolica. Verso la metà del XIV sec. le regioni della Boemia e Moravia passarono sotto il dominio degli Asburgo, mentre la Slovacchia passò prima sotto il dominio polacco e in seguito al regno d'Ungheria. A questo periodo storico risale la differenziazione degli slovacchi dai cechi che doveva accentuarsi attraverso i secoli. Nel 1515 anche la Slovacchia entrò a far parte dell'impero Asburgico. Nel 1919, caduto l'impero austroungarico, nacque la repubblica di Cecoslovacchia comprendente Boemia, Moravia, Slovacchia, Rutenia subcarpatica e Territorio dei Sudeti. Dopo il secondo conflitto mondiale, il partito comunista prese il potere e proclamò la repubblica popolare (1948); la Cecoslovacchia entrò così nell'aria di influenza sovietica. Nel 1968 Alexander Dubcek, segretario del partito comunista cecoslovacco, diede inizio a un processo di liberalizzazione della vita politica, culturale ed economica del paese (primavera di Praga) ma venne destituito dai russi che intervennero militarmente e ristabilirono il vecchio regime. Nel 1989, dopo una serie di grandi manifestazioni popolari, il governo comunista fu costretto a dimettersi ed ebbe inizio il processo di transizione verso la democrazia. Nel 1990 si svolsero le prime elezioni libere e la Cecoslovacchia si diede una nuova costituzione mutando il proprio nome in Repubblica Federativa Ceca e Slovacca. Da questo momento le differenze di carattere economico, sociale e culturale fra le due regioni del paese emersero in modo sempre più evidente, dando origine a contrasti fra cechi e slovacchi. In seguito all'accordo raggiunto dai due governi nazionali ratificato dal parlamento federale, il 1° gennaio 1993 le due repubbliche si divisero in modo pacifico. 


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