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Àfrica Una delle terre più vecchie del nostro pianeta, fa parte, insieme a Europa e Asia, del continente antico. È divisa dall'equatore quasi a metà della sua lunghezza e i due terzi del suo territorio sono compresi tra i due tropici. È bagnata dal Mediterraneo a nord, dall'oceano Indiano e dal mar Rosso a est, dall'oceano Atlantico a ovest; è separata dall'Eurasia tramite il canale di Suez che fu aperto nel 1869. Si sviluppa per circa 72° (da 37° 20' nord a 34° 50' sud) in longitudine e per circa 69° (da 17° 32' ovest a 51° 23' sud) in latitudine. È larga circa 7.500 km e lunga circa 8.000 km, con una superficie di 30.286.170 km2 (pari a un quinto delle terre emerse). 
Solo nel 1488 il portoghese Bartolomeo Diaz raggiunse il capo di Buona Speranza e Vasco de Gama portò a compimento la circumnavigazione dell'Africa negli anni 1497-1498. L'interno del continente fu perlustrato solo alla fine del XVIII sec., grazie alle spedizioni lungo il Niger dello scozzese M. Park (1795-1805). 
Morfologia e rilievo 
La sua forma è compatta e allargata verso ovest, nella parte settentrionale, e triangolare con apice rivolto a sud, nella parte meridionale. Su uno zoccolo di origine archeozoica si sono depositati strati di rocce sedimentarie. Molto comuni sono perciò i bassi e gli altipiani (il più particolare è l'Acrocoro etiopico). Presenti anche numerose fosse tettoniche, originarie dall'unica Grande Rift Valley africana. Le principali sono le due grandi fosse tettoniche di sprofondamento: quella centroafricana, che si sviluppa dalla baia di Sofala alla vallata del medio Nilo, e quella estafricana che inizia a ovest del Kilimangiaro per protrarsi a nord nelle zone del mar Rosso e del mar Morto. Sui tavolati si elevano, solitari, gli antichi massicci vulcanici sahariani dell'Ahaggar (2.918 m) e del Tibesti (3.415 m), e più a sud-est, quelli di formazione più nuova del Kilimangiaro (5.895 m) e del Kenya (5.199 m). Vere catene montuose si incontrano solo a nord, nella regione dell'Atlante, di epoca cenozoica, e all'estremo sud, con le catene sudafricane della regione del Capo. Il litorale è poco articolato, con coste che si estendono per 30.500 km, è piatto e basso a nord, alto e scosceso a sud. Tra le isole che rientrano nel continente, il Madagascar, le Comore, le Seicelle e Socotra nell'oceano Indiano; Madeira, le Canarie, Ascensione, Sant'Elena, isole del Capo Verde, di Bioko, di São Tomé nell'oceano Atlantico. 
Idrografia 
Contrariamente a quanto si pensa, l'Africa è interessata dai bacini dei suoi fiumi per circa la metà del suo territorio e le acque hanno una superficie totale di oltre 600.000 km2. Per la sua struttura, nel continente sono presenti ampi bacini idrografici di cui sono collettori molti fiumi, tra cui il Nilo (che con il Kagera ha una lunghezza di 6.671 km), che riceve le acque che giungono dall'Africa orientale e sfocia nel Mediterraneo, il Congo (4.300 km), o Zaire, nel quale confluiscono le acque equatoriali e che si getta nell'oceano Atlantico, lo Zambesi (2.600 km) e il Limpopo che ricevono le acque dell'Africa centromeridionale e sfociano nell'oceano Indiano, il Niger (4.160 km) e l'Orange che accolgono l'uno le acque delle zone centrooccidentali, l'altro quelle delle zone meridionali e si riversano nell'oceano Atlantico. Tipici delle zone aride sono gli uidian, quasi sempre asciutti. Molto estesi sono i bacini che non hanno un deflusso al mare (bacini dei laghi Ciad e Ngami) e le zone prive di corsi d'acqua (Sahara e Kalahari). I laghi in genere sono localizzati in alcune zone delle fosse tettoniche (Niassa, Tanganica, Kivu, Edoardo, Alberto, Turkana); solo il Vittoria, tra i più grandi del mondo (68.100 km2), è un lago d'altopiano. Il Ciad, lo Ngami e il Makarikani sono poco più grandi di stagni. 
Clima 
Il clima varia molto nelle diverse regioni. Si può distinguere una zona equatoriale, con un clima caldo-umido, minime escursioni termiche stagionali. A nord e a sud di questa fascia vi sono due zone tropicali, con temperature elevate, maggiore escursione termica annuale e una minore piovosità rispetto alla zona equatoriale (1.500 mm annui contro 2.500-4.000 mm). Le zone del Sahara, del Kalahari e della Namibia presentano un clima desertico con temperature che in estate raggiungono i 50°, consistenti escursioni annuali e diurne, precipitazioni quasi inesistenti. Le estreme regioni settentrionali e australi hanno un clima temperato con inverni miti, piogge invernali a nord, estive nella zona del Capo. 
Flora e fauna 
Nella zona settentrionale si ha la tipica vegetazione mediterranea, con pini, querce, agrumi, vite, olivo, palma, coltivazioni di cereali, legumi e cotone; nelle zone più calde ma più alte, e perciò mitigate, si coltivano caffè e tabacco. Le zone desertiche presentano solo vegetazione idonea a vivere in ambienti aridi, con l'eccezione di poche oasi, dove invece crescono palme da dattero, cereali e ortaggi. Nel deserto sono caratteristici i cammelli e i dromedari. Nelle aree subtropicali, vi sono steppe erbose e savane, con alberi come il baobab e il sicomoro. In esse vivono gazzelle, antilopi, struzzi, elefanti, giraffe, gnu, zebre e molti altri erbivori che sono spesso preda di leoni e leopardi. Nella zona equatoriale vi sono ricche foreste pluviali, dove abbondano legni pregiati come il tek, il palissandro, l'ebano e il mogano. Nelle foreste vivono scimmie (gorilla e scimpanzé inclusi), rettili vari, uccelli e insetti. Le coltivazioni tipiche delle zone equatoriali e tropicali sono la canna da zucchero, il caucciù e il banano. La fauna delle zone temperate consta di sciacalli, iene, coccodrilli, avvoltoi, aironi ecc. 
Popolazione 
L'Africa è una delle zone del mondo meno abitate; la sua popolazione, infatti, è di circa 635 milioni di abitanti, con una densità di 21 unità per km2, e una distribuzione alquanto eterogenea: le zone desertiche e quelle equatoriali sono praticamente disabitate, mentre zone come quella della valle del Nilo hanno una densità assai elevata, in media 700 ab per km2. La zona mediterranea, alcune zone del golfo di Guinea, dell'Africa orientale e la zona del Capo, hanno una densità di 40-50 ab. per km2. La popolazione bianca, cioè i più antichi popoli del basso Nilo, i berberi e gli arabi, è prevalente a nord; al sud del deserto prevalgono i neri (sudanesi, nilotici del medio e alto Nilo, bantù); nelle zone di contatto vi sono popolazioni che derivano dall'antica mescolanza tra bianchi e neri (i fellata nel Sudan, i tedà nel Sahara centrale, gli etiopici ecc.). Nelle aspre regioni della steppa dell'Africa australe si ritrovano ottentotti e boscimani; minoranze europee sono nell'Africa mediterranea (francesi, italiani) e nell'estremo sud (inglesi, boeri). Nel Madagascar orientale la popolazione è il risultato dell'unione tra genti nere e malesi; nelle zona equatoriali sono presenti, anche se in numero limitato, i negrilli, o pigmei. 
Economia 
Nelle zone in cui gli europei si sono stabiliti perché hanno trovato condizioni migliori di clima e ambiente (Sudafrica, Zimbabwe, Kenya), l'agricoltura viene praticata in modo più funzionale e vario, così come succede anche in Algeria e Tunisia, dove sono molto diffusi vite, olivo, agrumi ecc. Le zone più colpite dal problema della fame, che negli ultimi trent'anni è cresciuto in maniera vertiginosa, sono quelle dell'Africa centrale e occidentale; la fascia del Sahel è quella che risente maggiormente della siccità. L'allevamento, soprattutto nelle zone della savana e della steppa predesertica, è basato sulla transumanza stagionale, propria della pastorizia nomade; nei periodi di siccità questo trasferimento provoca spesso la morte di migliaia di capi. 
Immense sono le risorse minerarie che servono però a rifornire i paesi industrializzati: bauxite (Guinea), ferro (Liberia, Mauritania, Repubblica sudafricana), rame (Zambia, Zaire). Il primato nel settore minerario è detenuto dalla Repubblica sudafricana che è il maggior produttore mondiale di cromo (di cui è ricco anche lo Zimbabwe) e di oro. Insieme allo Zaire, è tra i maggiori produttori mondiali anche di diamanti; inoltre, è al secondo posto nel mondo (primo in Africa) per la produzione di manganese (che si trova in grande quantità anche in Gabon), e di uranio (insieme a Niger e Namibia, fornisce oltre un terzo della produzione mondiale). Marocco e Tunisia sono grandi produttori di fosfati; Niger e Libia sono tra i produttori mondiali di petrolio, seguiti da Egitto e Algeria. 
Accanto alle mediocri industrie di trasformazione dei prodotti agricoli e di raffinazione dei minerali, hanno visto la luce le prime installazioni meccaniche, metallurgiche, chimiche e petrolchimiche, gli oleodotti per il trasporto del petrolio dai pozzi dell'interno ai porti, i gasdotti e numerose raffinerie costiere. Le industrie non sono ripartite in modo uniforme sul territorio: a parte il Sudafrica, i quattro quinti sono concentrati in dieci paesi, tra cui Egitto (25 % della produzione africana, escluso il Sudafrica), Algeria, Marocco, Nigeria, Kenya, Tunisia, Zambia. 


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