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epilessìa, sf. Sindrome clinica, individuabile per il ripetersi di accessi di convulsioni o di altre manifestazioni parossistiche motorie, sensitive, psichiche, neurovegetative. Ne esistono di due tipi; la grande epilessia e, di importanza ridotta, il piccolo male. È tipica del periodo infantile, anche se non è rara nelle persone adulte, in seguito a lesioni celebrali di natura traumatica, infettiva o tumorale. Gli effetti si verificano con intervalli variabili da soggetto a soggetto; spesso sono anticipati da alcuni segni premonitori e dall'aura (malessere, cefalea, malumore, allucinazioni). 
La crisi più grave è la crisi di grande male che insorge bruscamente: a volte il soggetto getta un grido, subito dopo perde coscienza e si accascia a terra. In un primo tempo la muscolatura di tutto il corpo si irrigidisce, poi compaiono violente scosse convulsive localizzate agli arti e al capo, con morsicatura della lingua e perdita di saliva, urine, a volte vomito. Inizia quindi la fase di risoluzione della crisi, con il soggetto immerso in un sonno profondo e prolungato, con respiro russante e a volte coma. Naturalmente le caratteristiche delle crisi epilettiche sono variabili e non tutti i sintomi descritti possono presentarsi. Le crisi possono ripetersi ed essere anche ravvicinate, provocando uno stato assai pericoloso per il paziente. 
Per prima cosa adagiare a terra il soggetto, poiché con l'inizio della crisi e la perdita di coscienza egli potrebbe cadere malamente procurandosi lesioni; allentare eventuali abiti stretti. Pur proteggendo il paziente da lesioni, non tentare di tenerlo fermo durante le convulsioni. Se possibile voltargli lateralmente il capo perché non soffochi aspirando accidentalmente saliva o vomito. Non mettere mai niente in bocca al soggetto perché potrebbe rompersi e determinare ostruzione delle vie aeree (eventualmente si potrebbe posizionare un fazzoletto per evitare un'eventuale morsicatura della lingua). Non dimenticare di controllare attentamente i segni vitali (respiro, circolo). Provvedere al trasporto in ospedale. Se il soccorritore notasse, all'insorgenza della crisi, qualche particolare segno, per esempio la rotazione del capo o degli occhi da un certo lato, ricordi di riferirlo al medico, perché potrebbe essere un'informazione utile a localizzare in quale parte del cervello si è originato il focolaio della crisi. ~ morbo comiziale, morbo sacro. 


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