Enciclopedia

estètica, sf. 1 Bellezza, grazia. ~ armonia. 2 Forma. ~ aspetto. 
Il termine (gr. aistetikòs) indica la conoscenza delle cose sensibili; impiegato per la prima volta da A. Baumgarten con riferimento a tutto quello che è bello, nell'opera Aesthetica. Originariamente Platone separò il bello, come idea, dall'attività artistica, considerata come imitazione. Aristotele sviluppò il concetto di mimesi, o imitazione con l'arte che non è imitazione della realtà, ma di modelli possibili. I temi principali vennero fissati da Vico che rivendicò l'autonomia dell'arte come conoscenza, che si estrinseca tramite la fantasia, e con Kant, nella Critica del giudizio, che indaga sul gusto e sulle sensazioni. Schiller individuò il compito educativo dell'arte, dando adito alla stagione romantica che, con Schelling fece dell'arte lo strumento supremo di conoscenza. Il positivismo abbatté queste concezioni, classificando empiricamente le varie arti. I massimi rappresentanti furono Luk´cs, Adorno e Marcuse; fortemente idealista, in Italia Croce ne sarà il teorico principale. 


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