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irredentìsmo, sm. Movimento politico che comprende l'operato e il pensiero di chi vuole riunire alla madrepatria il proprio territorio, soggetto a dominazioni straniere. In particolare indica quel movimento politico-culturale italiano che, tra il 1866 e la fine della prima guerra mondiale, voleva liberare le terre soggette all'Austria, tra cui Trentino, Alto Adige e Venezia Giulia. Iniziatrici dell'irredentismo furono in genere quelle correnti di sinistra (garibaldini, democratici, repubblicani) che esprimevano l'insoddisfazione per come si era concluso il processo risorgimentale. Le agitazioni promosse dagli irredentisti contribuirono a rendere più tesi i rapporti fra il governo italiano e quello austriaco e culminarono con l'impiccagione di G. Oberdan (1882). Nonostante l'azione repressiva che dovette fronteggiare, il movimento si sviluppò ulteriormente con varie manifestazioni e dimostrazioni. Nacquero al suo fianco nuove associazioni come l'Italia nostra a Torino. Con lo scoppio della prima guerra mondiale i motivi ideali dell'irredentismo rappresentarono uno degli elementi di maggior rilievo a sostegno dei fautori dell'intervento. Nel dopoguerra, il movimento perse vigore (nonostante la parentesi di Fiume, 1919-1920) e non ebbero alcun risultato nemmeno i tentativi fascisti di farlo risorgere con altri obiettivi (Malta). 


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