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Ìstria Penisola dell'Adriatico settentrionale divisa tra Slovenia, Croazia e Italia (3.895 km2, 281.000 ab.). In serbo-croato si chiama Istra. Si estende dal golfo di Trieste al golfo di Fiume (Quarnaro). È un altopiano carsico diviso in tre regioni morfologiche. L'Istria bianca si trova a nord ed è calcarea, l'Istria gialla è al centro ed è arenaceo argillosa, mentre l'Istria rossa, situata lungo la fascia sudoccidentale, è coperta da terre rosse. I centri principali sono Abbazia, Capodistria, Fiume, Parenzo, Pirano, Pola e Rovigno. Numerose le isolette, tra cui l'isola Rossa. Prevalgono agricoltura, allevamento e pesca. Sono presenti miniere di carbone (Arsia) e bauxite (Rovigno). Vi sono industrie alimentari, metalmeccaniche, chimiche, tessili, navali, del tabacco, di conservazione del pesce e cementifici. È un centro turistico balneare. 
Nell'antichità (II millennio a. C.) fu abitata da un popolo di navigatori e pirati, gli istri. Dal 183 a. C., anno in cui passò sotto il dominio romano, fu terra di conquista per ostrogoti, bizantini, longobardi e franchi fino al IX sec. Nel 1208 passò al patriarcato di Aquileia; dal 1291 fu controllata da Venezia che la occupò nel 1451. Con il trattato di Campoformio fu ceduta all'Austria (1797). Nel 1805 passò alla Francia come parte del regno Italico di Napoleone. Venne poi incorporata al regno Italico (1806-1809) per ripassare all'Austria e poi di nuovo alla Francia nelle province Illiriche. Dopo il congresso di Vienna (1815) tornò agli Asburgo. Nel 1861 fu istituita una dieta provinciale a Parenzo e nel 1918, dopo la prima guerra mondiale, fu annessa al regno d'Italia. Dopo la seconda guerra mondiale, nel 1947, Pola e buona parte dell'Istria passarono alla Iugoslavia, mentre la parte a nord-ovest formò il Territorio Libero di Trieste, suddiviso a sua volta nelle zone A, con capoluogo Trieste e gestita dagli angloamericani, e B, con capoluogo Capodistria e amministrata dalla Iugoslavia. Nel 1954 la zona B e parte della A passarono alla Iugoslavia. La zona A fu restituita all'Italia con l'accordo italoiugoslavo di Osimo (1975). 


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