Enciclopedia

Marinétti, Filìppo Tommàso (Alessandria d'Egitto 1876-Bellagio 1944) Scrittore e fondatore del futurismo. Studiò nelle università di Alessandria d'Egitto, Parigi (dove si laureò in lettere nel 1891), Padova e Genova (dove conseguì la laurea in giurisprudenza nel 1899). Nel 1905 fondò a Milano, in collaborazione con Sem Benelli, la rivista internazionale Poesia. Visse a lungo a Parigi dove nel 1909 pubblicò sul quotidiano Le Figaro il manifesto del futurismo. Il Manifesto esaltava la velocità, l'energia, il coraggio e persino la guerra, rifiutando la tradizione e il conformismo, attaccando i musei e le università come simbolo di una cultura superata. Dopo la pubblicazione del Manifesto, Marinetti fu attivissimo organizzatore di serate e iniziative futuriste, elaboratore di programmi e manifesti. Le prime opere furono scritte in francese (I vecchi marinai, 1897; La conquista delle stelle, 1902; Distruzione, 1904). Politicamente orientato al nazionalismo e all'interventismo (con i testi di propaganda Guerra sola igiene del mondo), fu ferito e decorato nella prima guerra mondiale e fu tra i sostenitori più autorevoli del fascismo (a cui si iscrisse nel 1919). Seguì i fascisti anche nell'ultima avventura della Repubblica sociale. Le principali opere sono i romanzi Mafarka il futurista (1910), La battaglia di Tripoli (1912), i versi Zang Tumb Tumb (1914), Teatro sintetico futurista (1916), Poema africano (1937). La parte più significativa della sua produzione va individuata nei manifesti e nei vari testi programmatici, nei quali mostra tutta la sicurezza del suo piglio distruttivo, la sua passione per l'energia e la lotta. Marinetti ricorre a una continua accelerazione linguistica, che spesso diventa vuota retorica. La sua produzione creativa, ritenuta per lo più di scarso valore letterario, presenta varie contraddizioni rispetto ai programmi da lui stesso formulati. 


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