Enciclopedia

Médici Famiglia fiorentina di origine popolare arricchitasi con il commercio e la finanza e divenuta tanto potente da mantenere, quasi ininterrottamente, il governo di Firenze e di buona parte della Toscana dal XV al XVIII sec. Alla ribalta della vita di Firenze con Silvestro, che guidò la rivolta dei Ciompi (1378), la potenza economica della famiglia fu consolidata da Giovanni Bicci (1360-1429) che fondò il Banco Medici, uno dei principali istituti finanziari d'Europa. Il figlio Cosimo il Vecchio trasformò Firenze in una signoria di fatto, esautorando i patrizi. Gli succedettero il figlio Pietro e quindi il nipote Lorenzo, al quale, sedata la congiura dei Pazzi nella quale morì il fratello Giuliano (1453-1478), si deve un periodo di straordinario splendore artistico e umanistico della città. Dal 1494 al 1512, il figlio di Lorenzo, Piero, non poté rientrare a Firenze per la proclamazione della repubblica. Rientrato a Firenze con l'aiuto degli spagnoli, dopo il congresso di Mantova, il figlio di Lorenzo, Giovanni (1475-1521), ripristinò il potere della signoria, continuando a esercitarlo anche dopo essere divenuto papa con il nome di Leone X (1513). Formalmente la signoria passò a Lorenzo II, figlio di Piero (1492-1519) duca di Urbino, al quale Machiavelli dedicò il Principe, mentre al soglio pontificio saliva, con il nome di Clemente VII, il figlio di Giuliano, Giulio. Dopo il sacco di Roma del 1527, si costituì la repubblica fino al 1530, quando Carlo V impose il ritorno dei Medici con Alessandro e la famiglia ottenne il titolo ducale. Ad Alessandro succedette Cosimo I (1519-1574) detto il Grande, che nel 1569 ottenne il titolo granducale e fu il creatore dello stato mediceo assolutista. Quando la dinastia Medici si estinse con Gian Gastone (1671-1737) il granducato passò a Francesco Stefano di Lorena, divenuto poi imperatore con il nome di Francesco I d'Asburgo-Lorena. 


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