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anténna, sf. Dispositivo che irradia (antenna trasmittente) o raccoglie (antenna ricevente) onde elettromagnetiche, il cui primo esemplare fu inventato nel 1895 dal russo Aleksandr Popov. Le antenne sono omnidirezionali o isotropiche quando irradiano o raccolgono l'energia uniformemente e in tutte le direzioni, direzionali o direttive quando ricevono o trasmettono energia maggiore da una direzione, come le antenne Yagi che ricevono programmi televisivi. Le antenne possono avere forme diverse, ma sono fondamentalmente costituite da un'asta o un filo metallico con lunghezza commisurata alla lunghezza d'onda, che è inversamente proporzionale alla frequenza che si desidera ricevere o trasmettere. In pratica, la lunghezza dell'antenna è normalmente pari a metà (dipoli a mezz'onda), a un quarto (semidipoli) oppure a multipli della lunghezza d'onda. La forma di un'antenna è invece strettamente legata al particolare utilizzo che si intende farne. Esistono pertanto antenne a elica, a stilo (utilizzate soprattutto in connessione ad apparecchiature mobili), a telaio (usate quasi esclusivamente come radiogoniometri), a tromba (utilizzate per le microonde), rombiche (caratterizzate da una banda passante molto ampia) e paraboliche (adatte alla trasmissione e ricezione via satellite), oltre alle già citate antenne Yagi che affollano i tetti delle abitazioni. 
In zoologia è l'appendice articolata di cui sono dotati gli Artropodi antennati (Crostacei, Miriapodi, Insetti); di solito è un organo di tatto e di olfatto; in alcuni Crostacei funge da organo di locomozione in acqua. 


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