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Oceània Continenete costituito da un insieme frammentato di terre nella parte occidentale dell'oceano Pacifico. Occupa una superficie di 166 milioni di km2 e il 99% della sua estensione è rappresentato da Australia, Nuova Guinea e Nuova Zelanda. 
La morfologia-L'Australia, interamente circondata dal mare, si affaccia a nord e a est sull'oceano Pacifico (che assume le denominazione di mare degli Arafura, mar dei Coralli e mar di Tasman) e a sud e a ovest sull'oceano Indiano. Le coste si estendono per oltre 19.000 km e presentano forme variegate, rettilinee e a falesia come nella Gran baia australiana a sud o frastagliate, ricche di isole come nella costa settentrionale; la costa orientale si affaccia sulla Gran barriera corallina (costituita dallo scheletro calcareo dei madreporari), che la separa per 2.500 km dall'oceano aperto. A ridosso della costa orientale si sviluppa da nord a sud la Gran Catena Divisoria, costituita da una serie di catene montuose (per un totale di oltre 3.000 km) che raggiungono l'altezza massima nel monte Kosciusko (2.228 m) nelle Alpi Australiane. Al centro del continente troviamo il gruppo dei monti Macdonnell (altezza massima 1.510 m) e dei monti Musgrave che sovrastano le sconfinate regioni che a est comprendono il bacino del fiume Murray e il Grande Bacino Artesiano. Il lago Eyre raggiunge la quota di massima depressione con i suoi 12 m sotto il livello del mare. Verso ovest invece si estendono vastissime aree desertiche, (Gran deserto sabbioso, deserto Gibson, Gran deserto Vittoria, Nullaerbor Plain) che si estendono fino ai rilievi a ridosso della costa occidentale. Infine a nord gli altipiani di Kimberley e di Arnhem chiudono verso l'interno altre vaste zone depresse. La Tasmania è costituita da un altopiano ricco di laghi e di fiumi (Derwent e Tamar). Il territorio della Nuova Guinea è prevalentemente montuoso ed è attraversato da sud-ovest a nord-est da un imponente successione di catene montuose (Catena Centrale, monti Bismarck, monti Owen Stanley) che comprendono molte cime che superano i 4.000 m (Sukarno, 5.029 m; Daam, 4.922 m; Trikora, 4.750 m); più a nord, separati da profonde valli, si collocano rilievi di minore elevazione, paralleli alla costa. La parte meridionale è occupata da ampi altipiani calcarei e da una vastissima pianura alluvionale, coperta di foreste e percorsa da vari corsi d'acqua. Il territorio della Nuova Zelanda è formato da due isole principali (isola del Nord e isola del Sud), divise dallo stretto di Cook, largo appena 26 km, e da molte isole minori. L'isola del Nord è prevalentemente montuosa, con coste frastagliate, particolarmente nella penisola di Auckland, saldata al resto dell'isola dal sottile istmo omonimo, su cui è sorta la principale città della Nuova Zelanda, Auckland. Al centro dell'isola del Nord, tutt'attorno al bacino del lago Taupo, si allarga un altopiano sui 400-600 m, da cui si elevano numerosi coni vulcanici: il Ruapehu (2.797 m, la cima più alta dell'isola del Nord), il Ngauruhoe (2.291 m) e l'Egmont (2.518 m). Diffusissime sono le manifestazioni di vulcanesismo secondario (fumarole, solfatare, geyser e sorgenti termali). L'isola del Sud ha forma rettangolare, disposta in direzione nord-est sud-ovest, percorsa dalle Alpi Neozelandesi meridionali, particolarmente elevate nella sezione centrale, con numerose vette oltre i 3.000 m (monte Cook, 3.764 m). Il versante occidentale scende a picco sul mare, determinando l'aspetto roccioso e impervio della costa, tuttora selvaggia e generalmente disabitata; il versante orientale degrada dolcemente verso le pianure di Canterbury e del Southland, occupate da ampi pascoli e da terreni coltivati. Numerosi sono gli arcipelaghi minori, di origine vulcanica, tuttora ricchi di fenomeni pseudovulcanici: le Auckland, le Campbell e le Kermadec. Le isole minori dell'Oceania sono spesso d'origine vulcanica (Mauna Kea, 4.205 m, nelle Hawaii) o sono formate da costruzioni coralline giacenti sulla sommità di vulcani inattivi (atolli). 
L'idrografia L'Australia è estremamente povera di acque e i fiumi sono per la maggior parte più simili a torrenti. Il fiume principale è il Murray-Darling (2.500 km) nell'area sudorientale. Il principale lago è l'Eyre (da 2.000 a 14.000 km2 a seconda dei periodi dell'anno). Il sottosuolo è invece molto ricco d'acqua (Gran Bacino Artesiano) e l'acqua salina che viene estratta è utilizzata con profitto nell'allevamento. I fiumi principali sono, a nord delle catene montuose, il Sepik e il Ramu, a sud il Fly, il Kikori e il Purari; molto ricchi d'acqua per le abbondanti piogge, sono navigabili per lunghi tratti e rappresentano spesso le sole vie di comunicazione verso l'interno. In Nuova Zelanda i fiumi più importanti sono nell'isola del Nord il Waikato, emissario del lago Taupo e tributario del mar di Tasman, e il Wanganui che sfocia nello stretto di Cook. Nell'isola del Sud i fiumi principali scendono all'oceano Pacifico; tra questi spiccano il Clutha (322 km) e il Waitaki (209 km). Numerosi sono anche i bacini lacustri, tipicamente di origine vulcanica nell'isola del Nord (Taupo) e di origine glaciale nell'isola del Sud (Te Anau, Tekapo, Pukaki e Ohau). 
Il clima Il clima dell'Australia è prevalentemente desertico, comunque sempre molto arido. Solo lungo la costa orientale le precipitazioni sono abbondanti (clima oceanico) e lungo la costa sudoccidentale sono concentrate prevalentemente in inverno (clima temperato). L'escursione termica annuale e diurna cresce a mano a mano che dalla costa ci si spinge all'interno. In Nuova Guinea il clima è tropicale, con piogge molto copiose che favoriscono una densissima vegetazione forestale, mentre in Nuova Zelanda è in generale temperato oceanico, più freddo nel sud; i venti occidentali apportano consistenti precipitazioni durante tutto l'anno, soprattutto sui versanti esposti a ovest. 
La popolazione In Nuova Guinea la popolazione si concentra prevalentemente sulla costa, dove sorgono le pochissime città di qualche rilievo, come Port Moresby, la capitale, sulla costa meridionale, Lae e Madang su quella orientale. L'Australia ha una densità di circa due abitanti per km2; quasi tutta la popolazione vive in aree urbane ed è quasi interamente di origine anglosassone. L'immigrazione è rigidamente controllata e rappresenta solo un quinto degli abitanti. Circa 200.000 aborigeni abitano le zone meno popolate del paese. Capitale della Confederazione australiana, nonché capoluogo dell'Australian Capital Territory è Canberra (circa 300.000 ab.), costruita fra il 1913 e il 1927 e sorta con funzioni di centro politico e amministrativo del paese. Le due città più popolose sono Sydney (3.650.000 ab.), massimo centro economico e culturale del paese e Melbourne (3.000.000 ab.), importante porto e centro industriale. Altre città sono Brisbane nel Queensland, Adelaide nell'Australia meridionale, Perth nell'Australia occidentale e Newcastle (vicina a Sydney nel Nuovo Galles del sud). Capoluogo della Tasmania è Hobart. La popolazione della Nuova Zelanda si addensa nelle aree costiere, mentre vaste aree dell'interno sono pressoché disabitate. La capitale è Wellington, centro amministrativo, finanziario e culturale del paese. Auckland è invece il più popoloso agglomerato urbano della Nuova Zelanda, massimo scalo marittimo e sede delle principali industrie e attività economiche. Altre città sono Christchurch, centro agricolo e sede delle industrie legate all'allevamento, Dunedin, centro commerciale, e inoltre Manakau, Hamilton, Invercargill e Nelson. 
L'economia In Australia l'agricoltura e la zootecnia sono praticate in maniera intensiva. Colture principali sono il frumento e altri cereali destinati all'allevamento del bestiame. Diffuse l'orticoltura, la frutticoltura e la canna da zucchero. L'allevamento è certamente una delle risorse principali dell'economia australiana, in particolare quello tradizionale ovino (l'Australia è il principale produttore di lana nel mondo). In fase di sviluppo anche l'allevamento bovino, quello suino e degli animali da cortile; ovviamente molto attive le industrie connesse all'allevamento (latticini, carne, pellame). Discreto lo sfruttamento delle foreste (eucalipto). Il sottosuolo è ricco di risorse minerarie. Si estraggono tungsteno, molibdeno, zirconio, tantalio, bauxite, oro, stagno, ferro, piombo, zinco, rame ecc. Persino l'uranio e il platino sono presenti. L'industria è invece ben sviluppata nei settori alimentare, siderurgico, metallurgico, chimico, petrolchimico, meccanico e tessile. L'economia della Nuova Guinea, nonostante un ricco patrimonio minerario e notevoli potenzialità idroelettriche e forestali, rimane largamente dipendente dagli investimenti esteri, specie dall'Australia, e dalla presenza di numerosissime società straniere. Ben il 71% della popolazione attiva è occupata nell'agricoltura, prettamente orientata a coltivazioni per uso locale; si coltivano cereali (riso, mais, sorgo) patate dolci, manioca e banane, mentre le colture commerciali, relativamente poco praticate, annoverano caffè, cacao, cocco, caucciù, arachidi e tè. Le risorse forestali sono ingentissime, ma poco sfruttate. Modesto l'allevamento, limitato ai suini. Registra invece un discreto incremento la pesca. Rilevanti sono le ricchezze minerarie: rame, oro, argento, platino petrolio. Le industrie sono quasi esclusivamente dedite alla lavorazione dei prodotti locali: produzione di olio di palma, complessi alimentari, tessili, cartiere, manifatture di tabacchi, lavorazione del legno e produzione di materiali da costruzione. La Nuova Zelanda basa tradizionalmente la propria prosperità sull'allevamento del bestiame e sulle connesse attività industriali, quali la conservazione delle carni, la produzione e la lavorazione del latte, la concia delle pelli, e la lavorazione della lana. Massimamente diffuso è l'allevamento degli ovini, per i quali la Nuova Zelanda è al quarto posto nel mondo; discreto l'allevamento di bovini. L'agricoltura ha un ruolo di supporto all'allevamento, con la copiosa produzione di foraggi. Le colture più diffuse sono quelle cerealicole, specie quelle di frumento, orzo e mais; una certa importanza hanno anche i prodotti ortofrutticoli (patate, pomodori, kiwi, mele, uva). Fra le colture industriali si annoverano il tabacco e il Phormium tenax, la cosiddetta canapa della Nuova Zelanda, rinomata per la robustezza delle sue fibre, particolarmente adatte alla fabbricazione di corde. Le foreste forniscono buone quantità di legname, lavorato internamente. Numerose sono anche le aree a rimboschimento artificiale, con conifere a crescita rapida, provenienti dall'emisfero settentrionale, che alimentano l'industria della carta. La pesca, che ha registrato in questi ultimi anni una crescente espansione, è praticata soprattutto lungo le coste orientali. Discreta è la disponibilità di minerali energetici: carbone, lignite, gas naturale e petrolio. Si estraggono inoltre quantitativi molto modesti di oro (in declino), argento, ferro, minerali di ferro, bentonite; una certa importanza hanno le saline del lago Grassmer presso Blenheim. Ingenti sono le possibilità idriche in particolare nell'isola del Sud, che permettono di coprire i tre quarti del fabbisogno energetico. Le industrie riguardano prevalentemente la lavorazione e la trasformazione dei prodotti agricoli e zootecnici. L'industria di base è relativamente modesta, ma è in atto un certo sforzo di potenziamento degli impianti; sono operativi complessi di raffinazione del petrolio, siderurgici e metallurgici. 
STORIA Parzialmente occupata dalle popolazioni cosiddette australoidi, le cui tracce di attività risalgono a più di 40.000 anni fa, il continente australiano attira, a partire dal XVII sec., i navigatori olandesi e inglesi: A. J. Tasman effettua la circumnavigazione dell'Australia e scopre la Tasmania (1642-1644); l'esplorazione periferica viene effettuata da Bougainville (1768) e Cook (1770). Nel 1788 lo sbarco dei primi convitti inglesi a Port Jackson (Sydney) costituisce il nucleo della colonia del Nuovo Galles del sud. Nel 1809 il governatore Lachlan Macquarie introduce in Australia il montone merinos e prosegue nell'esplorazione del continente. Fra il 1823 e il 1859 in Australia vengono create successivamente sei colonie (di fatto stati) e in ciascuna colonia sono nominati governi responsabili di fronte ai parlamenti. Nel 1840 inizia la colonizzazione della Nuova Zelanda. La via dell'oro accelera l'immigrazione inglese, vengono sviluppati il sistema ferroviario e l'esportazione del frumento. Alla fine del secolo continua lo sviluppo economico e contemporaneamente si forma un sindacalismo ben strutturato. Il 1° gennaio 1901 viene ufficialmente proclamato il Commonwealth d'Australia e il paese partecipa attivamente alle due guerre mondiali a fianco degli alleati. Dopo il 1945, divenuta una nazione dotata di un'industria potente e moderna, l'Australia si conferma come l'alleata privilegiata degli Stati Uniti nella zona del Pacifico. Nel 1951 Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti stipulano il trattato di cooperazione militare di Anzus e gli Stati Uniti annettono le Hawaii come cinquantesimo stato. Negli anni '60-'70 nascono una serie di piccoli stati indipendenti (Figi, Tonga, Salomone ecc.) legati economicamente alla Gran Bretagna e all'Australia. 


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