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Rane, Le Commedia di Aristofane (405 a. C.). È una delle 11 commedie di Aristofane conservate (delle oltre 40 attribuitegli). Dioniso, dio del teatro, intende scendere nell'Ade per riportare in vita Euripide. L'attraversamento dell'Acheronte viene accompagnato da un coro di rane. Arrivato finalmente a destinazione, trova che tra i morti è in atto una contesa perché Euripide, appena arrivato, ed Eschilo rivendicano entrambi la qualifica di migliore poeta tragico. Il compito di giudicare tra i contendenti viene affidato a Dioniso. L'arte di Eschilo che esprime gli austeri valori del passato viene lodata, mentre Euripide viene liquidato accusandolo di essere il corruttore del teatro tragico. Inoltre, Eschilo risulta più adatto a impartire utili consigli per la salvezza della città. L'opera è stata interpretata come un tentativo di giudizio critico sugli autori tragici greci Eschilo (morto nel 456 a. C.) ed Euripide (morto nel 406). Aristofane afferma il valore etico e politico dell'arte. La presenza marginale di Sofocle (che sarebbe stato il naturale campione da contrapporre a Euripide) è stata spiegata con la sua morte avvenuta poco prima della rappresentazione, che ha determinato una revisione frettolosa dell'ultimo momento. 


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