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Santa Marìa Maggiòre, basìlica di Chiesa di Roma che ha il titolo di Maggiore, come le altre tre basiliche di Roma (San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le Mura e San Pietro); è zona extraterritoriale in base ai Patti lateranensi. Fu fatta costruire da papa Liberio e conclusa sotto il pontificato di Sisto III (432-440): le modifiche si succedettero nei secoli, da quelle del XII sec., per volere di Eugenio III, a quelle del XVI sec. (Gregorio III) e del XVIII sec. (Benedetto IV). La facciata, opera di Ferdinando Fuga, risale al XVIII sec. ed è attorniata a destra e a sinistra da due palazzi uguali nell'aspetto, anche se di differente epoca (1605 quello a destra e 1721 quello a sinistra). La chiesa è preceduta da un portico, sotto il quale trova posto la statua di Filippo IV di Spagna, di un allievo di Algardi (1692). Sulla facciata, la loggia conserva un mosaico del XIV sec. che raffigura Cristo, attorniato da angeli e dalla Vergine: il mosaico è opera di Filippo Rusuti, allievo di Cavallini. Sotto il mosaico, le scene illustrano la leggenda della neve, alla quale è legata la nascita di questa chiesa: nel 352 papa Libero ebbe in visione la Vergine che gli chiedeva di costruire una chiesa laddove sarebbe nevicato. Era il 5 agosto, quando una nevicata straordinaria si ebbe sul colle Esquilino: il papa ordinò la costruzione della chiesa, iniziata probabilmente otto anni dopo. All'interno la navata centrale, più antica, conserva innumerevoli mosaici di straordinaria bellezza, risalenti al V sec., tra i più antichi di Roma. Le scene sono tutte tratte dal Vecchio Testamento e si possono scorgere anche alcune scene dipinte. Il mosaico dell'arco di trionfo è costituito da quattro pannelli orizzontali ed è probabilmente posteriore a quelli della navata centrale, in quanto risente già dell'influsso dell'arte bizantina. Anche l'abside, fatta arretrare dalla sua posizione originale alla fine del XIII sec. per volere di Niccolò IV, conserva un mosaico del V sec., successivamente rifatto da Jacopo Torriti del XIII sec. Proseguendo lungo la navata centrale, prima di arrivare al coro, il baldacchino, opera di Ferdinando Fuga (1740), è sorretto da colonne di porfido rosso e bronzo. Nella navata di destra è conservata la tomba gotica del cardinale Consalvo Rodriguez. La cappella Sistina è opera di Domenico Fontana (1585-1590) e conserva la tomba di Sisto V. La navata di sinistra comprende le belle cappelle Paolina e Sforza. La prima, detta anche cappella Borghese dal nome della famiglia di papa Paolo V, è opera di Flaminio Ponzio (1611) e conserva un altare riccamente adornato, tempestato di gioielli e pietre preziose. La cappella Sforza invece fu realizzata da Giacomo della Porta. Accanto alla sacrestia, il battistero è un'opera di Flaminio Ponzio: la fonte battesimale fu decorata nel XIX sec. da Giuseppe Valadier. Pietro Bernini creò l'altorilievo dell'assunzione che sovrasta l'altare. 


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