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Savonaròla, Giròlamo (Ferrara 1452-Firenze 1498) Frate domenicano, dopo la sua formazione teologica a Bologna e a Ferrara, divenne priore del convento di San Marco a Firenze (1491), ove iniziò la sua attività di predicatore contro la corruzione e i vizi dell'umanità. Nel 1494 profetizzò l'avvento di un nuovo Ciro, che punisse l'Italia per l'eccessiva sua corruzione, riscuotendo un grandissimo successo presso il popolino, soprattutto quando Carlo VIII scese in Italia, confermando tale profezia. Nel 1495 fece approvare una legge in base alla quale tutti i condannati per reati commessi contro lo stato, potevano appellarsi al consiglio grande; propose anche un'imposta fondiaria del 10% e combatté l'usura. La sua predicazione era rivolta anche contro il degrado dell'istituzione ecclesiastica e in particolar modo del papato; per questo motivo papa Alessandro VI nel 1497 lo scomunicò. Fu arrestato l'anno successivo e, dopo il processo, in cui fu riconosciuto colpevole di eresia, venne impiccato e arso vivo in piazza della Signoria a Firenze. Tra le sue opere si ricordano le Prediche, Triumphus Crucis (1497) e il Trattato circa il reggimento della città di Firenze (1493). 


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