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Astòlfo (?-756) Re longobardo. Divenuto re nel 749, usò una politica molto aggressiva e riuscì nell'intento fallito da uno dei suoi predecessori, Liutprando, di scacciare i bizantini dall'esarcato di Ravenna (nel 751), giungendo alle porte di Roma, alla quale impose tributi. Il papa Stefano II, allo scopo di scongiurare il pericolo di un re così deciso, lo incontrò a Pavia, ove cercò di convincerlo a una politica più mite. Non fu ascoltato e il papa si rivolse a Pipino, re dei franchi, che intervenne in Italia a più riprese sconfiggendo Astolfo. Quest'ultimo fu obbligato a cedere le terre conquistate, che furono donate (Promissio Carisiaca) da Pipino al papa. Astolfo quindi, con la sua politica aggressiva nel confronti del papato, diede il pretesto a Pipino il breve per riprendere l'espansionismo dei franchi, già iniziato dal suo predecessore Carlo Martello. La decisione di Stefano II di chiedere aiuto ai franchi ebbe conseguenze importantissime: essa infatti diede inizio alla legittimazione dei franchi come difensori della cristianità, concetto che fu ripreso da Carlo Magno e in tutta la storia d'Italia che seguì nel corso del Medioevo. Astolfo aggiunse alcuni articoli al diritto longobardo, sancito nell'editto di Rotari, che si ispiravano chiaramente al diritto romano. Morì per una caduta da cavallo. 


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