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SinaiPenisola bagnata dal mar Mediterraneo e dal mar Rosso (golfi di Suez e di Aqaba), culmina nel Gebel Caterina (2.638 m). Di forma triangolare, appartiene geograficamente all'Asia e politicamente all'Egitto. Il paesaggio è desertico e stepposo e il clima molto arido. Principale risorsa economica è lo sfruttamento del sottosuolo (petrolio, ferro, manganese). La popolazione, molto scarsa, è costituita da tribù nomadi. Vi si trovano numerosi monasteri e conventi, fra cui il convento di Santa Caterina (tuttora abitato), dotato di una biblioteca ricca di importanti manoscritti. Anticamente gli egiziani frequentarono il territorio per motivi militari e per lo sfruttamento di giacimenti di rame e turchesi (lo provano numerose iscrizioni a partire dalla terza dinastia a Rammesse IV) e a Sãrãbit-al-Khãdim fu costruito un santuario alla signora della terra e del Turchese, patrona del Sinai. Fu tappa della perigrinazione degli israeliani usciti dall'Egitto verso la terra di Canaan e secondo la Bibbia gli ebrei rimasero circa un anno nei pressi del Gebel Musa (2.131 m) che viene identificato con il monte Sinai sul quale Mosè ricevette le Tavole della legge. Nel 1956 e nel 1967 fu teatro di combattimenti fra israeliani ed egiziani. Nel 1967, dopo il terzo conflitto arabo-israeliano (guerra dei sei giorni), fu occupato da Israele che chiuse temporaneamente il canale di Suez. Israele mantenne il controllo del territorio fino al 1982, quando, con gli accordi di Camp David (1979), restituì il Sinai all'Egitto. 


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