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Sòfia Città (1.210.000 ab.) della Bulgaria, capitale dello stato, situata nelle vicinanze del fiume Iskar, in una pianura fra le catene dei Balcani a nord e il massiccio della Rila a sud (nei monti Vitosa). È il più grande centro culturale ed economico del paese. Sede di industrie meccaniche (automobili, materiale ferroviario), alimentari, tessili, del tabacco, del legno, della gomma, del cuoio e dell'abbigliamento. Nodo ferroviario, vi si trova un aeroporto. Tra i monumenti le chiese di Santa Sofia e di San Giorgio, la grande Moschea (fondata nel 1494 è oggi sede del museo archeologico) e la cattedrale dedicata ad Alessandro Newskij. Di origine tracia, nel 29 d. C. fu occupata dai romani divenendo capoluogo della provincia della Dacia. Devastata da Attila verso il 447, venne ricostruita dall'imperatore Giustiniano I e dall'809 al 1192 fu capitale del regno bulgaro. Fu occupata dai bizantini fino al 1386, quando fu conquistata dai turchi che vi rimasero fino al 1878, sostituiti dai russi guidati dal granduca Nicola che la fece capitale del principato di Bulgaria. Al termine della prima guerra mondiale le truppe francesi occuparono i sobborghi di Sofia per due anni. Il 15 settembre del 1944, durante la seconda guerra mondiale, la città venne occupata dall'esercito russo guidato dal maresciallo Tolbuchin. 


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