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deìsmo, sm.Concezione filosofica che ammette solo l'esistenza di un Dio come causa del mondo e una forma di religione fondata sulla ragione, negando la rivelazione, i dogmi e il culto. Per i deisti, infatti, bisogna distinguere fra religione naturale, fondata sulla ragione, e religioni storiche, non prive di errori e di particolari assurdi. Numerosi deisti sottoposero i testi sacri a una critica rigorosa, che mise in evidenza sia la difficoltà di pervenire a un'interpretazione sicura sia le contraddizioni o le assurdità, come per esempio i miracoli. Nato in Inghilterra e poi diffusosi in Francia e Germania, il deismo combatté ogni settarismo, in nome della ragione, a favore di una religione comune a tutti gli uomini. I maggiori esponenti furono J. Locke (La ragionevolezza del cristianesimo, 1695), M. Tindal (Cristianesimo antico come la creazione, 1730), D. Hume (Storia naturale della religione, 1755, e Dialoghi sulla religione naturale, 1779), Voltaire (Lettere inglesi, 1734; Trattato sulla tolleranza, 1763 e Il dizionario filosofico, 1764), G. E. Lessing (Sulla realtà delle cose fuori di Dio, 1760-1765) e C. Wolff (Pensieri razionali). 


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