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tarantèlla, sf. Danza popolare di origine napoletana, simile al saltarello. Diffusissima anche in Sicilia, ha qui caratteristiche meno irruenti. Secondo alcuni ha però origine dalla città di Taranto a cui deve il nome. Viene ballata a coppie con accompagnamento di nacchere e tamburelli. Entrò nell'ambito della musica con l'opera La muta di Portici (1828) di Daniel Auber e anche Rossini la utilizzò in un vocalizzo dedicato al basso Luigi Lablache. Mendelssohn la unì al saltarello nel finale della Sinfonia n. 4 e nel XX sec. fu inserita in numerose composizioni di Alfredo Casella. 
La tarantella veniva anche considerata una danza propiziatoria alla quale la superstizione attribuiva poteri benefici nella guarigione di persone colpite dal morso della tarantola. 


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