Enciclopedia

Jiménez, Juan Ramón (Palos de Moguer 1881-San Juan di Puerto Rico 1958) Poeta spagnolo. Compì gli studi a Cadice e poi all'università di Siviglia. Si trasferì a Madrid nel 1902. Visitò la Francia, la Svizzera e l'Italia. Emigrò negli Stati Uniti d'America appena prima dell'inizio della guerra civile spagnola. È il maggiore esponente del modernismo ispanico, del quale tuttavia non accetta gli atteggiamenti estetizzanti. Le caratteristiche principali del suo lavoro, che sono accentuate nelle opere della maturità, sono l'essenzialità e una tendenza alla malinconia. Scrisse Anime di violetta (1900), Ninfee (1900), Arie tristi (1903), Giardini lontani (1905), La solitudine sonora (1911), Platero e io (1914-1916, prosa poetica), Eternità (1918), Poesia (1923), Bellezza (1923), Unità (1926), La stagione totale (1946), Animale di fondo (1949), Diario di poeta e mare (1956). Nel 1958 fu insignito del premio Nobel per la letteratura. La sua influenza è avvertibile sia nei poeti spagnoli della cosiddetta generazione del '27 sia in certi modi dell'ermetismo italiano. 


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