Enciclopedia

umanèsimo, sm. 1 Atteggiamento di esaltazione dei valori umani. 2 Interesse per gli studi classici o filologici. 
Movimento culturale svoltosi nel XIV e XV sec., caratterizzato dalla riscoperta della cultura classica greca e latina e che pose le basi per il rinascimento. I tratti peculiari dell'umanesimo furono la rivalutazione della civiltà classica, considerata il fondamento di ogni progresso umano, il disprezzo per la cultura medievale e il nuovo atteggiamento intellettuale, improntato a un nuovo spirito critico, basato sulla tendenza a verificare la validità delle nozioni tradizionali tramite un'analisi razionale. Nonostante la nascita del concetto di indipendenza politica e l'opera dei cancellieri C. Salutati e L. Bruni, l'umanesimo rimase un fenomeno puramente letterario e filosofico. Il movimento, che aveva già trovato un precursore nel Petrarca, fondatore del primo cenacolo umanista, nacque in Italia, diffondendosi poi anche all'estero. Ebbe i suoi centri principali a Firenze, Roma e Napoli. Fu caratterizzato anche da una tendenza all'internazionalità della cultura e allo studio della lingua e delle opere greche. Si ricordano C. Salutati, che nel 1397 fece richiamare a Firenze M. Crisolora per l'insegnamento del greco; G. Aurispa, che si interessò alla divulgazione dei testi greci di Omero, Tucidide e Senofonte e il concilio ecumenico di Ferrara e Firenze (1438-1439) che cercò di ricongiungere le chiese greca e latina, favorendo la venuta in Italia di studiosi greci come il cardinale Bessarione e G. Gemisto detto Pietone, iniziando la questione della supremazia tra Platone e Aristotele, dalla quale si affermò il neoplatonismo. Altri maestri greci vennero in Italia in seguito all'occupazione turca della Grecia (1453). I principali esponenti dell'umanesimo italiano furono L. Bruni, P. Bracciolini, N. Niccoli, G. Pico della Mirandola, F. Filelfo, L. Valla, G. Pomponio Leto, fondatore dell'Accademia romana e A. Boccadelli, detto il Palormita, fondatore dell'Accademia napoletana. Quest'ultima prese in seguito il nome di Pontaniana dal nome del suo socio più famoso, G. Pontano, autore di opere in latino, insieme a M. Marullo, al Poliziano e al Sannazzaro. A questo periodo risalgono le prime discussioni stilistiche sull'uso del latino. Alla seconda metà del XV sec. risale lo sviluppo dell'umanesimo volgare, termine con cui venne designata la produzione di opere in lingua italiana in cui gli autori prendevano come modello la produzione classica, cosa che avrebbe dovuto conferire maggiore dignità all'opera stessa. Rinacquero così la poesia (Poliziano, Lorenzo de' Medici, M. Boiardo) e la prosa (I. Sannazzaro, Leon Battista Alberti). Personaggio di rilievo fu Leonardo, che portò avanti l'umanesimo scientifico, rimanendo però isolato. Tra gli umanisti stranieri si ricordano l'olandese Erasmo da Rotterdam; il catalano A. March; i francesi G. Budé, J. de Montruil; gli inglesi W. Grocyn e Th. Linacre e i tedeschi N. Cusano e F. Melantone. 


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