Importanza del giornalismo

Quando prendo nelle mani un grande giornale, quando percorro le sue colonne, quando considero la diversità delle sue materie e la ricchezza delle sue notizie, non posso fare a meno d'inorgoglirmi pel mio secolo, e nello stesso tempo compiangere que' secoli che non conoscevano questo miracolo dell'intelligenza umana, la creazione più straordinaria fra tutte le più utili creazioni - la stampa!
Posso ammettere società senza macchine a vapore, senza telegrafo, senza le mille meraviglie seminate nel cammino trionfale del progresso dall'industria moderna, ornata con tanti monumenti immortali; non posso però ammettere una società senza questo immenso libro della stampa quotidiana, nel quale una legione di scrittori registrano le nostre angoscie, le nostre giornaliere vacillazioni, i nostri timori ed i gradi di perfezione che andiamo raggiungendo nella grande opera di realizzazione di un ideale sulla superficie della terra.
Ammetto pure la vita monastica, l'isolamento di un uomo che rinuncia ai vasti campi della intelligenza; alla espansione del cuore nella famiglia, per consacrarsi a Dio, alla scienza, alla carità, alla meditazione, se vogliamo, in una di quelle isole morali che si chiamano monasteri; ma non ammetto che quest'uomo rinunci a leggere un giornale, a pensare ogni giorno colla mente di tutta la umanità, a sentire col cuore di tutti gli uomini, a confondere la propria esistenza nell'oceano della vita umana, vedendo correre sopra le sue onde il vento di tutte le idee.
Gli antichi cinesi avevano una stupenda istituzione: era quella degli storici. Rinchiusi in un palazzo circondato da giardini, essi colla severa maestà propria dei giudici del tempo e considerati come dispensatori della immortalità, si consacravano a scrivere in silenzio gli avvenimenti quotidiani.
Alla celeste dinastia degl'imperatori si univa questa severa dinastia dei tribunali. Più che una magistratura formavano un sacerdozio; erano considerati da tutti come rappresentanti della coscienza umana e come emissari della vera giustizia. Il loro ufficio consisteva nell'imprimere su delle pagine immortali i fatti più importanti dell'impero che si dovevano conservare come vincolo delle generazioni.
Mai popolo alcuno rese tanto onore a' suoi sacerdoti quanto i cinesi a questi primi autori della storia.
Or bene: i popoli moderni dovrebbero analogamente onorare i giornalisti. Da questi eccezionali testimoni, i popoli sanno i raggi di luce che s'incrociano nell'orizzonte: mediante questi giudici essi giungono definitivamente a formulare il giudizio della coscienza umana sopra ogni fatto. Poco importa la passione di partito, senza la quale non si comprenderebbe ques'opera meravigliosa, che, come qualunque azione umana, richiede una grande passione per agitarsi.
Poco importa il silenzio calcolato in alcune occasioni, la parzialità in altre, l'ingiustizia, la menzogna eziandio, poichè, siccome dalle ombre risulta l'armonia di un quadro, così pure da questa guerra di forze intellettuali risulta la vita competa. Certamente sarebbe meglio non vi fossero tutti questi mali, come pure sarebbe meglio non vi esistessero malattie fisiche nè morali; ma è tanto difficile rettificare la società quanto la natura, imperocchè le sue leggi sono complicate nello stesso modo di quelle meccaniche dell'universo, e talvolta pur fatali.
Ed è una fatalità dell'organismo sociale che il progresso trovi ostacoli nelle opere create onde impedirlo; è un grande male poichè serve a creare il mondo uggioso dell'invettiva distruggendo il luminoso etere, sparso dall'Eterno per formare quello della verità. Ma se un dì, tutte le istituzioni, dalle quali tanto si vantano i popoli, fossero chiamate per esser giudicate e si presentassero recando ognuna in una mano tutto il bene fatto, e nell'altra tutto il male, nessuna forse potrebbe elevarsi così pura come la stampa; nessuna meriterebbe dalla coscienza umana una più equa benedizione.
Stupendo lavoro è quello di un giornale! Lavoro scientifico e d'arte. Sei secoli non furono sufficienti per completare la cattedrale di Colonia, mentre un giorno solo basta per l'immenso lavoro di un giornale.
Non si può calcolare i gradi di vita, la luce del progresso che contiene una pagina del coro immortale fatto dalla stampa. Ivi si trovano dalle più insignificanti notizie, relative agli esseri meno conosciuti, fino al discorso che risuona dalla pià alta tribuna commovendo tutte le intelligenze; dalle sensazioni più fugaci d'un ballo, ai lavori d'arte che si aggirano nella regione della immortailità.
Questa pagina meravigliosa - il giornale - è l'enciclopedia de' nostri tempi la quale ha d'uopo di una forza incalcolabile - una scienza - forza, che oggi la nostra generazione non può comprendere; scienza che, dirò così, è la condensazione dello spirito di tutto un secolo.
Quando penso all'antica Atene, la immagino splendida, colle sue legioni di poeti e di scultori; colle sue assemblee, dove ogni discorso era un inno; con quel teatro, che aveva per fondo le onde del Mediterraneo. Penso a quelle processioni, nelle quali si vedevano le vergini greche coronate di fiori danzando al suono delle cetre; a quelle statue, che rialzavano il bello ideale della estetica plastica; a quei giuochi olimpici, dove i giocatori armati della loro lancia - come Giove del fulmine - erano trascinati in carri d'oro da due bianchi destrieri; alle sue scuole, dove si apprendeva ad uno stesso tempo metafisica, ginnastica, musica e geometria; finalmente a tutta la sua vita formava il culto quotidiano della bellezza e dell'arte.
Ah! ma quando penso che non aveva giornali, io compiango quella civiltà, giacchè pel giornale cessiamo d'essere membri di una città per diventare cittadini del mondo.
Lavoratori della stampa, scrittori oscuri e modesti, giammai avete potuto calcolare tutta l'importanza del vostro lavoro; imperocchè nati in mezzo ad esso, modestamente lo considerate come una parte del vostro essere. Eppure, senza di voi, gli uomini illustri resterebbero ignoti, le maggiori glorie sarebbero campanelli sonanti nel vacuo.
Voi narrate ad ognuno i dolori di molti. Voi recate all'afflitto ed al deluso, le consolazioni e le speranze di tutti. Le vostre penne - come i fili elettrici - uniscono le regioni del nostro pianeta; le vostre idee sono come gli atomi dell'aria ne' quali respirano le nostre anime; sono come l'atmosfera morale del globo.
E' mestieri comprendere tutta la dignità di questo ministero per poterlo esercitare in tutta la sua maestà e grandezza.
La stampa, finalmente, è una delle più sublimi missioni cui possa esercitare l'umano sapere.
Emilio Castelar