Punti di interesse turistico della regione Lazio

CategoriaFontana
TitoloThe Boccacce Fountain, Caprarola
Indirizzo01032 Lazio Viterbo Pietro Cuzzoli piazza
Plus codes8FJJ86FV+J2
Periodo1562-1586
DescrizioneLa fontana delle Boccacce, così denominata a partire dalla metà del XIX secolo, è posta su un basamento di quattro gradini, che ne aumenta la monumentalità, e addossata ad un palazzetto nell’attuale piazza Pietro Cuzzoli (già piazza G. Marconi). L’opera è interamente realizzata in peperino della tipologia ad arco semicircolare, con nicchia absidata. Al di sopra della trabeazione dell’attico, modanata a dentelli, compare un balconcino recante lo stemma del cardinale Alessandro Farnese junior, al centro, quello del ducato di Castro a destra e quello del ducato di Parma e Piacenza a sinistra. All’interno della nicchia absidata sono inseriti, entro nicchie oblunghe, tre mascheroni da cui bocca sgorga l’acqua, raccolta nella vasca in muratura, con cimasa in peperino, inserita a terra entro il vano della nicchia. Secondo L. Passini (2008, p. 61) la differenza del peperino usato per il manufatto, grigio per la parte inferiore, fino al cornicione, rosa per quella superiore con gli stemmi, sarebbe indizio di due differenti fasi costruttive. Nel suo assetto originale, la fontana, costruita tra il 1562 e il 1565, in conseguenza dei lavori di realizzazione della via Diritta, su probabile progetto di Jacopo Barozzi da Vignola (1507-1573) e su committenza diretta del cardinale Alessandro Farnese, sarebbe stata, infatti, priva del fastigio con gli stemmi Farnese, appartenuti, invece, al coronamento della Porta Nuova, realizzata tra il 1576 e il 1577, dopo la morte di Vignola, su disegno di Giovanni Antonio Garzoni da Viggiù, succeduto al Vignola, dopo la sua morte, quale architetto dei Farnese nella fabbrica di Caprarola. Dopo l’abbattimento della porta, nel 1849, questi gli stemmi sarebbero stati, quindi, recuperati e collocati sulla sommità della “Fontanaccia”, così come l’opera veniva denominata nel tardo Cinquecento. Preziosi documenti rinvenuti nell’Archivio Storico Comunale di Caprarola dal L. Pazzini (cit.) consentono di meglio precisare alcune interventi sistemazione e abbellimento della fontana, risalenti agli anni 1584-1587, eseguiti da maestranze locali, su progetto del 1581dell’architetto Giovanni Antonio Garzoni da Viggiù. Da questa nuova documentazione apprendiamo che nel 1584 era stata realizzata la grande vasca di raccolta dell’acqua, in pietre conce cavata dalla zona del Pilo, nei pressi di Caprarola, realizzata dal mastro Antonio da Bologna, il cui lastrone di pietra della cimasa sarebbe stato sostituito nel 1925. Nel 1985 un tale “Menico di Stinco” venne pagato per la fornitura di calce, mattoni e dei condotti destinati alla fontana, mentre “Pietro Calderaro” per le grate e “mastro Antonio Milanese” per la posa delle condutture. Tra il 1585 e il 1586, venne, inoltre, restaurato uno dei tre mascheroni, quindi risalente all’originario assetto della fontana, da tale “maestro Giuliano”, e realizzati ex novo gli altri due dallo scalpellino “Paulo Scappiato”. All’esterno della fontana, anch’essi addossati al palazzo, sono due abbeveratoi realizzati all’inizio del XX secolo, che raccolgono l’acqua di sopravanzo della grande vasca inserita nella nicchia della fontana. Secondo Pazzini (cit. p. 62) essi sostituirono delle “vaschette” cinquecentesche, per il cui restauro lo studioso ha rintracciato specifici mandati di pagamento ai citati “mastro Giuliano” e “Paolo Scappiato”, sempre datati tra il 1585 e il 1586.

Fonte dei dati: Filas | Distretto Tecnologico della Cultura - futouring.eu
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