Punti di interesse turistico della regione Lazio

CategoriaScultura
TitoloL’Odissea di marmo
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Descrizione“Se Mantova potesse restituirci il divino poeta Virgilio e questi avesse visto la caverna e l’astuzia dell’eroe di Itaca, la luce dell’occhio che il palo ardente rapisce all’essere semiselvaggio, ubriaco in ugual misura di vino e di sonno, sarebbe stato pieno di ammirazione. Contemplando la caverna e i mari viventi, le ciclopiche rocce, la furia della crudele Scilla e la prua della nave fracassata nel vortice, egli avrebbe dovuto ammettere che non si sarebbe potuto rappresentare tutto questo in un poema epico con tanta vivezza quanta vi infuse la mano degli artisti, superata solo dalla natura. Faustino con gioia dedica ai suoi signori”. Con queste parole Faustinus celebra l’imponente ciclo scultoreo della Grotta di Sperlonga. Questa iscrizione in esametri latini, probabilmente di epoca tardoantica, offre una straordinaria testimonianza della considerazione che il ciclo godeva già in epoca imperiale e, grazie all’intensa descrizione, ne ha rappresentato una fondamentale chiave di interpretazione e comprensione. Infatti, in un primo momento il ritrovamento nella Grotta di una seconda iscrizione, in greco, menzionante i nomi di Agesandro, Atanandro e Polidoro, artisti di Rodi già autori del gruppo scultoreo del Laocoonte, conservato presso i Musei Vaticani, aveva fatto supporre che la miriade di monumentali frammenti rinvenuti fosse riconducibile ad una copia del celebre gruppo. Dopo vivaci dibattiti nella comunità scientifica internazionale e un lungo e laborioso lavoro di restauro, non ancora del tutto terminato, non sembrano sussistere più dubbi sull’originaria disposizione dei gruppi nell’antro né sul loro soggetto. Si tratta di una vera e propria “Odissea di marmo”, cioè di episodi figurativi che celebrano le imprese di Ulisse e ne risaltano le principali qualità: - la virtus (coraggio) nel gruppo di Scilla e la nave di Ulisse- la pietas (devozione) nel gruppo di Ulisse con il cadavere di Achille- la calliditas (scaltrezza) nel gruppo dell’Accecamento di Polifemo- il dolos (capacità di dissimulare) nel gruppo del Ratto del PalladioIn questa prospettiva, la statua di Ganimede rapito dall’aquila, richiamando alla mente gli avvenimenti tragici scaturiti per aver assolutizzato un aspetto solo tra le virtù (la bellezza in questo caso) senza metterlo in relazione con le altre, potrebbe aver incarnato il monito a ricercarne l’armonia e l’equilibrio, ponendosi insieme a ideale premessa e chiusura del ciclo.Tale programma iconografico, oltre a spiegarsi con la passione di Tiberio per la letteratura e per l’epica omerica, sarebbe motivato da un’intenzione autocelebrativa dell’imperatore che, prima dell’adozione da parte di Augusto, apparteneva alla Gens Claudia di cui l’eroe di Itaca sarebbe stato l’ideale capostipite.

Fonte dei dati: Filas | Distretto Tecnologico della Cultura - futouring.eu
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