Punti di interesse turistico della regione Lazio

CategoriaChiesa
TitoloChiesa e convento di S. Maria delle Grazie, Farnese
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Periodo1560-1620ca.
DescrizioneIl complesso della chiesa e convento di S. Maria delle Grazie, dedicato in origine a San Rocco, fu istituto nel 1560 grazie al diretto interessamento di Giulia Acquaviva, moglie di Pier Bertoldo Farnese, destinato ad ospitare i frati minori, intervenendo su una preesistenza risalente almeno alla prima metà del XVI secolo, come sembrerebbe indicare la datazione degli affreschi rinvenuti alla fine del secolo scorso all’interno della chiesa. I religiosi occuparono il convento fino al 1617 quando vennero sostituiti, per volontà del duca Mario Farnese, dalle monache clarisse, condotte a Farnese dalla figlia Maria Francesca, monaca presso il convento romano di Santa Maria in Panisperna. Per questa nuova destinazione il convento venne ristrutturato e ridedicato alla Vergine delle Grazie. Il complesso, posto su un’area collinare, risente architettonicamente della irregolarità del sito, con scarpe e contrafforti nei muri perimetrali. La zona conventuale si compone di un corpo di fabbrica avanzato rispetto al prospetto della chiesa, che si raccorda con l’altra ala dell’edificio, ad essa tangente lungo il fianco sinistro. Il convento fu dotato nel corso della prima fabbrica cinquecentesca di un elegante chiostro, con arcate a tutto sesto su pilastri e vera di pozzo nella corte centrale. La chiesa, ad aula unica, è stata oggetto di rifacimenti nel corso del XVIII e XIX secolo, che ne hanno in parte modificato l’aspetto cinquecentesco, già alterato in concomitanza dei lavori di adattamento della originaria struttura in cenobio claustrale all’inizio del Seicento. L’edificio mostra nella semplice facciata a capanna, dove il nitore dell’intonaco a calce viene esaltato dai cantonali a conci lisci, evidenti assonanze stilistiche con la chiesa di S. Maria della Cavarella, conosciuta anche con la dedicazione a S. Anna, in località le Piagge a circa un chilometro di distanza da Farnese, costruita tra il 1577 e il 1584 dall’architetto senese Sallustio di Bernardino di Giovanni Angelo da Siena, cui pertanto sembrerebbe riferibile anche il progetto di Santa Maria delle Grazie.All’interno sono stati scoperti nel corso di restauri condotti alla fine degli anni Novanta del XX secolo alcuni affreschi databili alla prima metà del Cinquecento, attribuibili secondo gli studiosi locali a un tal “Mastro Nicola”, pittore del quale è documentata la presenza a Farnese almeno nel 1536. Uno degli affreschi rappresenta il matrimonio, in seconde nozze, di Galeazzo Farnese e Isabella degli Anguillara, avvenuto intorno al 1518, in cui compaiono, tra i vari personaggi partecipanti alla cerimonia, diversi membri delle due nobili famiglie, e un probabile ritratto del cardinale Alessandro Farnese senior, zio di entrambi gli sposi, eletto papa con il nome di Paolo III nel 1534, nella figura del celebrante. Al di sopra della scena è dipinto lo stemma bipartito della famiglia Farnese con i sei gigli e quello degli Anguillara, caratterizzato da due anguille intrecciate. In una nicchia sulla parete opposta è rappresentata la scena con la Visitazione della Madonna a S. Elisabetta, ambientata nei pressi di una porta, in cui deve essere con buona probabilità l’originaria porta d’ingresso all’abitato di Farnese, vista dalla parte interna, con le soprastanti strutture della rocca, prima del rifacimento seicentesco realizzato dall’architetto Smeraldi. Sulla destra della porta si vede solo un paesaggio sullo sfondo, in quanto il viadotto che dal palazzo Farnese conduceva ai giardini della Selva non era ancora stato edificato. Altri pregevoli dipinti conservati nella chiesa sono una pala d’altare del pittore romano Agostino Masucci, datata 1750, raffigurante la Crocifissione e una tela con l’Immacolata Concezione, già posta all’interno del convento, attribuita alla scuola di Antonio Maria Panico, databile negli ultimi anni del XVI secolo, interessante opera densa di significati alchemico-esoterici, secondo la lettura proposta dagli studiosi, così come per il ciclo di affreschi dello stesso Panico nella locale chiesetta di S. Anna.

Fonte dei dati: Filas | Distretto Tecnologico della Cultura - futouring.eu
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