Punti di interesse turistico della regione Lazio

CategoriaEdificioReligioso
TitoloSaint Bernardo Church and Monastery, Nepi
Indirizzo01036 Lazio Viterbo 138 Garibaldi via
Plus codes8FJJ69R3+W2
Periodo1567 - fine sec. XVI
DescrizioneIn una lettera del 30 settembre 1567 Egidio Valenti, vescovo di Nepi e Sutri, chiedeva al cardinale Alessandro Farnese di pronunciarsi su dove costruire un nuovo convento a Nepi, decidendo fra il luogo “vecchio” o quello “novo designato dal Vignola”, o ancora se utilizzare il sito “di li frati di S.to Domenico”, avvertendolo però che un loro consenso appariva “difficilissimo”; il vescovo accennava inoltre alle controversie fra i cittadini di Nepi sulla localizzazione, lasciando intendere che la Comunità avesse un ruolo economicamente attivo nell’impresa. Jacopo Barozzi da Vignola, architetto dei Farnese, si era già recato a Nepi tra il 1562 e il 1563 per effettuare alcuni sopralluoghi per lavori di ingegneria idrica, e successivamente doveva aver redatto un progetto per il complesso ecclesiale. In una lettera del 7 aprile 1571 Giraldo Giraldi, procuratore di Ottavio Farnese, chiede da Roma al segretario del duca, Giovanni Battista Pico, disposizioni riguardo la fabbrica dei due monasteri di Nepi e Castro, mentre un documento del 21 aprile 1575, a due anni dalla morte dell’architetto emiliano, attesta che i “santesi” della Società della Beata Maria dell’Immagine avevano commissionato la costruzione di un muro per una chiesa, da eseguirsi conformemente al disegno del Vignola. Secondo Ranghiasci (1845, pp. 188, 201-204) l’edificio, alla cui costruzione cooperò la municipalità, fu “eretto di pianta” intorno al 1560 e venne successivamente ceduto dalla “Compagnia dell’Immagine” alle Monache Benedettine di S. Biagio. Il Monastero è situato al margine estremo della città, sopra una rupe, poco distante da S. Tolomeo. La chiesa presenta una facciata rettangolare, quasi da “palazzo” civile, con un portico al piano terra, di maniera vignolesca, la cui rigida intelaiatura di paraste e marcapiani richiama le soluzioni adottate per le facciate della chiesa di SS. Giacomo e Cristoforo all'Isola Bisentina (1562), del Portico dei Banchi a Bologna (1565-1568), o di S. Marco a Caprarola (1569). All’interno si trova l’altare della Madonna dell’Immagine dedicataria dell’omonima confraternita, così detto per la presenza di un affresco staccato raffigurante la Madonna, databile al secolo XIII, proveniente da un luogo sconosciuto e precedentemente conservato nella chiesa di S. Pancrazio.

Fonte dei dati: Filas | Distretto Tecnologico della Cultura - futouring.eu
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