Punti di interesse turistico della regione Lazio

CategoriaPOI_InteresseCulturale
TitoloThe State Room, The Giulia Farnese Castle, Carbognano
Indirizzo
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Periodo1505-1519
DescrizioneIl salone di rappresentanza, posto al secondo piano, con i suoi undici metri di lunghezza e sei e mezzo di larghezza è l’ambiente più vasto del castello: esso presenta una volta lunettata poggiante su mensole a semicapitello in peperino. La volta, riquadrata da un motivo ornamentale a serto da cui pendono degli “oscilla”, tipico delle grottesche di origine romana, è decorata con tre stemmi incorniciati da ghirlande da cui si dipanano alcuni nastri che, con effetto trompe-l’œil, proiettano la loro ombra sul soffitto. Lo stemma centrale, più piccolo e in rilievo, è il tradizionale scudo Farnese con sei gigli blu in campo oro; gli altri due, più grandi, di forma circolare, si dispongono simmetricamente ai lati del primo e mostrano lo scudo farnesiano inquartato con quello dei Caetani, un’aquila gialla ad ali spiegate in campo blu e bande blu ondate in campo giallo, celebrando così l’unione tra Pier Luigi Farnese senior e Giovannella Caetani, i genitori di Giulia. Le vele (a fondo rosso), gli spicchi e le lunette (a fondo bianco) sottostanti la volta sono generalmente decorati con motivi a grottesca: sui lati corti, al centro, campeggiano da una parte lo stemma del cardinale Alessandro Farnese, futuro papa Paolo III, fratello di Giulia, dall’altra lo stemma Orsini (una rosa rossa a cinque petali in campo bianco nella zona superiore, un’anguilla nera in fascia bianca nella mediana e l’inferiore bandata di rosso e bianco) inquartato con quello Della Rovere (una quercia gialla sradicata in campo blu scuro), a celebrazione del matrimonio (1505) tra Laura Orsini, figlia di Giulia, e Niccolò della Rovere, nipote di Giulio II. Un ultimo stemma farnesiano compare in un’altra lunetta sormontato però, non come nel precedente da cappello e fiocchi cardinalizi, ma da una mitra vescovile, relativo probabilmente all’ordinazione di Alessandro Farnese (16 giugno 1519) e alla successiva consacrazione a vescovo (2 luglio 1519). Nello strombo di una finestra su fondo rosso in un tondo è dipinto l’emblema dell’unicorno, animale fantastico, metafora di virtù e purezza, ma anche di fortezza e nobiltà d'animo, che si abbevera a una fontana stillante da un mascherone, ricavata in una nicchia al cui interno campeggia lo stemma Farnese, con al di sopra un cartiglio con l’iscrizione IN VE CHITO, di difficile decrittazione. La decorazione del salone è stata assegnata alla bottega di Baldassarre Peruzzi e datata al 1518-1522, successivamente alla morte (1517) del secondo marito di Giulia, Giovanni Maria Capece Bozzuto, del quale non c’è traccia araldica nei dipinti. Tuttavia un atto notarile viene rogato nel 1510 nella “camera nova” del castello, lasciando presumere che gli interventi di abbellimento dell’edificio fossero a quella data conclusi: si potrebbe quindi ipotizzare che la decorazione sia stata realizzata tra il 1505, data delle nozze di Laura, e il 1509, quando Giulia sposa Capece, con interventi successivi commissionati nel 1519, a seguito dell’ordinazione del fratello Alessandro, figura fondamentale e preponderante nella vita della Farnese.

Fonte dei dati: Filas | Distretto Tecnologico della Cultura - futouring.eu
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