Punti di interesse turistico della regione Lazio

CategoriaAbazia
TitoloAbbazia di Casamari
Indirizzo03029 Lazio Fr 25 Via Maria
Plus codes8FHMMCR8+6W
Periodosec. XI (1000-1099 d.C.)
DescrizioneL’abbazia di Casamari, situata nel territorio di Veroli, a 9 km dal centro cittadino, a ridosso di una collina rocciosa delimitata dal torrente Amaseno, è stilisticamente tra le abbazie più belle e significative in Italia. Fu edificata sui resti dell’antico municipio romano di Cereatae Marianae, di cui ancora oggi è visibile l’acquedotto, così denominato perché dedicato alla dea Cerere. Il nome Casamari ha origine latina e significa “Casa di Mario”, patria del valoroso console romano Caio Mario che qui nacque e trascorse i primi anni della sua giovinezza e al quale si deve l’attuale denominazione dell’abbazia. Sorta come fondazione benedettina nel 1035, per merito di cinque sacerdoti, che sul posto formarono una comunità religiosa sotto la regola di San Benedetto. Negli anni successivi l’abbazia acquistò grande importanza grazie a numerose donazioni ma andò ugualmente incontro ad una grave crisi di carattere economico e religioso che comportò, tra il 1140 e il 1152, il subentro dei monaci Cistercensi della linea di Clairvaux, che riedificarono il complesso monastico ricostruendolo interamente in forme gotiche borgognone, sotto la direzione e progettazione di Frà Guglielmo da Milano. La chiesa, dedicata alla Vergine Assunta, fu benedetta da Innocenzo III nel 1203 e consacrata nel 1217 da papa Onorio III. Il complesso è giunto a noi ben conservato e qui dal 1152 vivono i Cistercensi a testimonianza della solidità della loro comunità. L’abbazia ripete nella distribuzione planimetrica lo schema di quella di Fossanova, a sua volta derivato dal prototipo borgognone di Fontenay. Il loro stile è sempre austero e semplice, allo scopo di favorire il raccoglimento e la preghiera. L’elegante facciata della chiesa è preceduta da un atrio a tre arcate e presenta contrafforti, terminazione a timpano e una rosa, ricchissimo è il portale mediano. Le colonne di epoca romana, allineate lungo il viale, danno solennità e nobiltà al complesso. Sul lato meridionale della chiesa si apre un chiostro, intorno al quale si dispongono gli edifici conventuali: la sala capitolare, il refettori e le abitazioni dei monaci. L’interno ha una pianta a croce latina con tre navate, abside rettangolare e transetto con sei cappelle, volte a crociera sostenute da pilastri e colonnine pensili. Unico elemento decorativo è il grande ciborio settecentesco in marmi e stucchi policromi che sormonta l’altare, donato da Clemente XI nel 1711. Attraverso il chiostro di forma quadrangolare, con quattro gallerie a copertura semicilindrica, si raggiunge il refettorio definito da possenti colonne cilindriche e la Sala Capitolare, un ambiente formato da nove campate e da quattro pilastri, usata per le riunioni. L’Abbazia va ricordata anche per la sua antica Farmacia, fondata probabilmente intorno al 1761, che divenne centro di studi e preparazione anche per farmacisti laici. Di grande interesse sono anche la Biblioteca, che consta di un patrimonio librario di circa 80.000 volumi, e il Museo, dove sono sistemati numerosi reperti archeologici.

Fonte dei dati: Filas | Distretto Tecnologico della Cultura - futouring.eu
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