Punti di interesse turistico della regione Lazio

CategoriaPOI_InteresseCulturale
TitoloHall of Hercules - Farnese Palace, Caprarola
Indirizzo
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Periodo
DescrizioneDalla Scala Regia, arrivando al Piano Nobile, si accede sulla destra, attraverso il portico, alla Sala di Ercole, così chiamata per il tema della decorazione dedicato al tema delle storie di Ercole, associate alla esaltazione del casato Farnese. La sala, una delle più ampie del palazzo, è illuminata da cinque grandi finestroni a volta, che formano la loggia sul prospetto principale. In corrispondenza dell’arcata centrale si apre il balcone balaustrato, poggiante sul portale bugnato sottostante, di accesso alla Sala della Prima Guardia. La sala, in origine destinata a sala per banchetti, mostra un bel pavimento in cotto policromo, dal disegno geometrico corrispondente alla scompartizione della volta, tra il 1572 e il 1573. La decorazione ad affresco venne realizzata da Federico Zuccari, che lavorò nella sala, con i suoi collaboratori, tra il 1567 e il 1569, e dal parmense Jacopo Zanguidi detto il Bertoja, subentrato allo Zuccari, attratto da altro incarico, nel 1569, che condusse a termine gli affreschi del salone entro il 1572. Nella parete d’ingresso vi sono cinque arcate in peperino, simmetriche a quelle dei finestroni. L’arcone centrale è in parte occupato dalla porta, sopra la quale è la lunetta affrescata con una veduta di Parma. Negli altri quattro arconi sono invece dipinti paesaggi raffiguranti le Quattro Stagioni, attribuiti al fiammingo Bartolomeo Spranger, coadiuvato dal pittore romano Cesare Rossetti. Nella parete breve a sinistra della parete d’ingresso, inserite in scomparti di peperino, sono le quattro vedute di Capodimonte, Castro, Marta e Canino, cui si aggiunge la veduta di Piacenza, nella lunetta al di sopra della porta di acceso alla Cappella. Sull’opposta parete, a destra della parete di ingresso, anch’essa scompartita da lesene e riquadri in peperino, è inserita, in posizione centrale la splendida fontana in mosaico, con amorini marmorei, raffigurante una città fluviale dalle architetture classiche, realizzata dal fontaniere Curzio Maccarone tra il 1572 e il 1573. Nei riquadri ai lati della fontana sono le vedute di Ronciglione, Fabrica di Roma, Caprarola e Isola Farnese. Gli affreschi sulla volta a botte rappresentano attraverso i diversi riquadri, inseriti in un tessuto straordinario di stucchi, grottesche e stemmi farnesiani, la leggenda della mitica Nascita del Lago di Vico in prossimità di Caprarola. Questa narra di come Ercole di passaggio tra i Monti Cimini, invocato da pastori che lamentavano scarsità d'acqua per le greggi, conficcasse a terra un pesante palo per poi estrarlo e dar vita alla sorgente che avrebbe alimentato il lago. I pastori per riconoscenza avrebbero edificato un tempio in suo onore sul Monte Venere. Nel grande scomparto centrale compare la scena affrescata da Federico Zucacri con Ercole che nuota nel lago, dopo averne fatto scaturire le acque. Ai lati del grande riquadro centrale centrale sono quattro scomparti di minori dimensioni. I due episodi sopra la parete d’ingresso sono, a sinistra, Ercole che pianta profondamente il palo in terra, là dove il significato allegorico della scena è indicato dal giglio farnesiano dipinto sulla cima del palo che Ercole conficca nel terreno, nell’intenzione di assimilare alla figura dell’eroe il committente dell’opera, il cardinale Alessandro Farnese, che aveva promosso a Caprarola importanti opere di approvvigionamento idrico per la comunità. A destra l’episodio con la costruzione del tempio dedicato a Ercole, in cui compaiono raffigurati il Vignola, nei panni dell’architetto con in mano un disegno, Antonio da Sangallo, nell’atto di consegnargli la direzione della fabbrica e, alle loro spalle, l’autoritratto del Bertoja, autore della scena. Sopra la parete dei finestroni sono invece i due episodi con Ercole che svelle il palo tra la meraviglia dei pastori presenti e fa scaturire l’acqua da una sorgente, a sinistra, e i pastori che si affannano invano per cercare di svellere il palo dal terreno, sulla destra. Nell’imposta della volta compaiono, inoltre, all’interno di cornici in stucco, altri quattro piccoli riquadri con la raffigurazione di alcune delle fatiche di Ercole: Ercole che lotta contro il centauro; Ercole contro Cerbero; Ercole che uccide l’Idra di Lerna e infine Ercole che sconfigge Acheloo, trasformatosi in toro. Nella lunetta d’imposta della volta, sopra la parete breve a sinistra dell’ingresso, è rappresentato Ercole addormentato derubato da Belgione e dal fratello di questi dei due giovenchi che a sua volta l’eroe aveva trafugato dalle spiagge dell’Eritreo. Infine nella lunetta dell’opposta parete con la fontana è l’episodio di Giove che scaglia una pioggia di pietre in aiuto di Ercole, che recupera i giovenchi rubatigli da Belgione e dal fratello e uccidendoli a sassate i due ladri.Sulla parete con al centro la fontana compare affrescata nella tamponatura della finta porta sulla destra una figura identificata con Fulvio Orsini, autore del programma iconografico della sala, ad esclusione della leggenda della nascita del lago di Vico ideata da Annibal Caro.

Fonte dei dati: Filas | Distretto Tecnologico della Cultura - futouring.eu
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