Punti di interesse turistico della regione Lazio

CategoriaPOI_InteresseCulturale
TitoloHall of Angels - Farnese Palace, Caprarola
Indirizzo
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Periodo1572-1575
DescrizioneLa sala in origine adibita a sala di lettura è dipinta sia nella volta anche nelle pareti. Per i particolari effetti acustici, molto di moda nel Rinascimento e ottenuti medianti la resa degli intonaci, fino al cornicione, in leggero fuori piombo, con un andamento appena convergente, viene anche chiamata Sala dell’Eco. Infatti parlando il visitatore dal centro dell’ambiente, questi produrrà una eco non udibile, tuttavia, da chi si trova ai lati. Inoltre parlando a bassa voce in un angolo, rivolti verso il muro, è possibile essere chiaramente ascoltati da chi si trova nell’angolo opposto, nella medesima posizione, ma non da chi si trova negli altri due angoli e viceversa. Nella volta a catino è dipinta la disfatta di Lucifero e la caduta degli angeli ribelli cacciati dall’arcangelo Gabriele. Sulle pareti tra cornici zoccolature a chiaroscuro con finti marmi e cariatidi, candelabre angolari e stemmi con allegorie, si aprono porte vere a altre a “trompe l’oeil”. Su una di queste è dipinto un nano con un levriere al guinzaglio, in cui è stato riconosciuto il ritratto del nano di corte del cardinale Alessandro Farnese junior, Taddeo del Forno, detto Rodomonte. In questa fitta griglia ch organizza i fondali sono inseriti i riquadri con scene tratte dalle Sacre Scritture e eventi miracolosi con gli angeli protagonisti. Nei riquadri più grandi si vedono, tra le porte: l’apparizione sulla Mole Adriana dell’arcangelo Michele mentre ripone la spada durante la processione di papa Gregorio Magno in occasione della peste dell’anno 590; l’apparizione dell’angelo a Gedeone, per annunciargli l’elezione a capitano dell’esercito di Israele; di fronte, Abacuc trasportato dall’angelo soccorre Daniele nella fossa dei leoni a Babilonia. Tra le finestre è invece, in alto, la scena con l’apparizione dell’angelo a Davide, in atto di rinfoderare la spada a indicare che l’ira di Dio nei suoi confronti si era placata, e nel riquadro grande in basso l’apparizione dell’Arcangelo Michele sul Gargano. Negli scomparti al di sopra delle porte sono affrescati a figura intera il cherubino assistente al trono di Dio, che con le tenaglie tiene il tizzone ardente con il quale purificò le labbra del profeta Isaia; un angelo che sorregge un incensiere; san Michele arcangelo con la spada e la bilancia della giustizia; l’arcangelo Raffaele che guida il piccolo Tobia, il quale porta un pesce che servirà per restituire la vista a suo padre; l’arcangelo Gabriele in abiti sacri con un giglio in mano; l’angelo con un modello di città che simboleggia una visione di Giovanni. Gli studiosi attribuiscono l’affresco sulla volta, realizzato all’inizio del 1572, a Jacopo Zanguidi detto il Bertoja, che si autoritrae a mezzo busto in uno dei demoni dalle orecchie lunghe nell’atto di affacciarsi tra le nuvole. La decorazione delle pareti, per la cui datazione fa fede la data 1575 che compare in una grottesca nello strombo di una finestra, è invece attribuibile a Giovanni de’ Vecchi, tra i principali collaboratori di Taddeo Zuccari e di Raffaello Motta detto Raffaellino da Reggio.

Fonte dei dati: Filas | Distretto Tecnologico della Cultura - futouring.eu
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