Punti di interesse turistico della regione Lazio

CategoriaPOI_InteresseCulturale
TitoloHall of the Farnese Triumphs - Farnese Palace, Caprarola
Indirizzo
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Periodoentro il 1564
DescrizioneLa grande sala, situata al “piano nobile” sul versante nord-est, è detta dei “Fasti farnesiani” per le pitture che celebrano i principali avvenimenti storici che realizzarono la potenza dei Farnese. I testi e le iconografie del ciclo furono ideati da Paolo Manuzio e Onofrio Panvinio e gli affreschi, terminati nel 1564, furono eseguiti da Taddeo Zuccari e dai suoi aiuti, prestando grande attenzione ai ritratti dei personaggi effigiati, soprattutto nelle scene riguardanti le vicende più recenti. Sulle pareti, dove si celebrano le gesta del cardinale Farnese nella sua ascesa a capo della casata, si dispiegano finti arazzi contenenti storie della famiglia che illusoriamente ricadono sulle pareti decorate a finti marmi intarsiati e finti bassorilievi con panoplie e motivi a girali vegetali. Sulla parete corta adiacente alla cappella, a cui si accede per una bellissima porta a tra ante vetrata e intagliata con gigli farnesiani e simboli ecclesiali, l’“arazzo” è diviso in tre parti: nella parte centrale in una cornice dorata ovale è il ritratto di Filippo II di Spagna con una sottostante targa con l’iscrizione: PHILIPPO HISPANIARVM / REGI MAXIMO / OB EXIMIA IN DOMVM / FARNESIAM MERITA (“A Filippo re delle Spagne per i meriti straordinari verso la Casa Farnese); a sinistra è rappresentato il matrimonio tra Ottavio Farnese e Margherita d’Austria, come esplicitato nella targa soprastante con l’iscrizione OCTAVIVS FARNESIVS CAMERINI DVX / MARGARITAM CAROLI V IMP. FILIAM / PAVLO III PONTIFICE MAX. AVSPICE / SIBI DESPONDET ANNO SAL. 1539 (“Ottavio Farnese duca di Camerino sposa Margherita figlia dell’imperatore Carlo V con la protezione di Paolo III papa nell’anno di grazia 1539”): si riconoscono dietro gli sposi e il pontefice, sul lato destro, da sinistra, Pier Luigi Farnese e il cardinale Alessandro, rispettivamente padre e fratello dello sposo, Giovanni Ricci, tesoriere papale, e i camerieri papali Durante Duranti e Bernardino della Croce, mentre sul lato sinistro compaiono Eurialo Silvestri, cameriere segreto del papa, quattro dame, tra cui Livia Colonna, e un bambino; nell’altra scena a destra è raffigurato il contratto matrimoniale tra Orazio Farnese e Diana di Francia, come esplicitato nella targa soprastante con l’iscrizione HENRICVS II VALESIVS GALLIAE REX / ORATIO FARNESIO CASTRI DVCI / DIANAM FILIAM IN MATRIMONIVM / COLLOCAT ANNO SALVTIS MDLII (“Enrico II di Valois re di Francia dà in moglie sua figlia Diana a Orazio Farnese duca di Castro nell’anno di grazia 1552”): dietro Orazio si riconoscono i suoi fratelli Alessandro cardinale e Ottavio, sulla sinistra il conestabile di Montmorency con il figlio adolescente e dietro altri due gentiluomini, mentre alle spalle di Diana sono effigiate, a partire da destra, sua madre Caterina de’ Medici, la prozia Margherita d'Angoulême, regina di Navarra, la zia Margherita di Valois e altre due dame. Ugualmente organizzata è l’altra parete corta, sul lato della “sala del Concilio”, dove spicca una pregevole mostra di camino, posta in opera successivamente alla decorazione, fatta di marmi commessi con cimasa decorata da una lampada votiva: nella parte centrale del finto arazzo, in una cornice dorata ovale, è il ritratto di Enrico II di Francia con una sottostante targa con l’iscrizione: HENRICO FRANCORVM / REGI MAXIMO / FAMILIAE FARNESIAE CONSERVATORI (“A Enrico re dei Francesi, protettore della famiglia dei Farnese”); a sinistra è figurata la nomina di Pier Luigi Farnese a gonfaloniere della Chiesa, come esplicitato nella targa soprastante con l’iscrizione PETRVUS LVISIVS FARNESIVS / A PAVLO III PONTIFICE MAXIMO / ECCLESIASTICI EXERCITVS IMPERATOR / CONSTITVITVR ANNO SAL. MDXXXV (“Pier Luigi è nominato da papa Paolo III comandante dell’esercito della Chiesa nell’anno di grazia 1535”, anche se in realtà l’avvenimento ebbe luogo nel 1537): vi si riconoscono Pier Luigi inginocchiato, alla sua destra il figlio Ranuccio, sul trono pontificio il papa tra i nipoti cardinali Alessandro Farnese, a sinistra, e Guido Ascanio Sforza, a destra, e al centro della composizione, dietro Pier Luigi, il letterato Paolo Giovio; nell’altra scena a destra è raffigurata la nomina di Orazio Farnese a prefetto di Roma, come esplicitato nella targa soprastante con l’iscrizione PAVLVS III PONTIFEX MAXIMVS / HORATIVM FARNESIVM NEPOTEM / SVMMAE SPEI ADOLESCENTEM / PRAEFECTVM VRBIS CREAT / ANNO SALVTIS MDXXXIIX (“Paolo III papa nomina prefetto dell’Urbe il nipote adolescente di grande speranza Orazio Farnese nell’anno di grazia 1538”, anche se in realtà l’avvenimento ebbe luogo nel 1547): vi si riconoscono Orazio inginocchiato di fronte al papa in trono, dietro di loro, da sinistra a destra, il fratello Ottavio, il padre Pier Luigi e Eurialo Silvestri, cameriere segreto di Paolo III, mentre sul lato sinistro sono effigiati, a partire da destra, i cardinali Miguel da Silva (“Viseo”), Nicolò Ardinghelli, Giovanni Morone e Francesco Sfrondati. La parete più lunga, sul lato del cortile, mostra due grandi “arazzi” rettangolari divisi dalla porta su cui campeggia un riquadro contenente l’allegoria di Roma, una donna guerriera seduta sui sette colli e con un piede poggiato sull’orbe, che reca in mano un simulacro dorato della Vittoria: ai suoi piedi la lupa e i gemelli. Nell’“arazzo” di sinistra è raffigurata la spedizione dell’esercito pontificio al comando di Ottavio Farnese in appoggio alle truppe imperiali contro i principi luterani, come esplicitato nella targa soprastante con l’iscrizione: PAVLVS III PONTIFEX MAXIMVS CAROLO V IMP. / CONTRA LVTHERANOS BELLVM GERENTI / ALEXANDRO FARNESIO CARDINALI LEGATO ET / OCTAVIO EIVS FRATRE PARMAE ET PLACENTIAE PRINCIPE / COPIARVM DVCE MAGNA ITALORVM AVXILLA (si legga “auxilia”) MITTIT / ANNO SALVTIS MDXLVI (“Paolo III papa invia a Carlo V imperatore in guerra con i Luterani ingenti truppe ausiliarie con il cardinale Alessandro Farnese come legato e Ottavio suo fratello, principe di Parma e Piacenza, come comandante nell’anno di grazia 1546”): vi si riconoscono a cavallo e alla testa di un folto esercito Carlo V al centro, il cardinale Alessandro a sinistra e Ottavio a destra, e, dietro l’imperatore asburgico, il nipote Massimiliano a sinistra e il fratello Ferdinando a destra; da notare la presenza di quattro volti non finiti probabilmente a causa della indisponibilità dei ritratti dei personaggi da effigiare da cui desumere le fattezze. Nell’“arazzo” di destra è raffigurato l’ingresso trionfale a Parigi del cardinale Alessandro e di Carlo V, come esplicitato nella targa soprastante con l’iscrizione: FRANCISCVS GALLIARVM REX CAROLVM V AVGVSTVM / COMPRIMENDAE DEFECTIONIS CAVSA IN BELGIAS PROFICISCENTEM / ET ALEXANDRVM FARNESIVM CARDINALEM MAGNIS / DE REBVS LEGATVM LVTETIAE PARISIORVM / AMPLISSIMO APPARATV SVSCIPIT ANNO SALVTIS MDXL (“Francesco re di Francia accoglie a Parigi con grande pompa l’augusto Carlo V in viaggio verso le Fiandre per reprimere una ribellione e il cardinale Alessandro Farnese come legato di affari importanti nell’anno di grazia 1540”): sotto un ricco baldacchino, i cui pendenti espongono gli emblemi di Francia (tre gigli d’oro in campo azzurro), Impero (l’aquila bicipite) e Farnese (sei gigli azzurri in campo oro), Francesco I a cavallo precede Carlo V e Alessandro Farnese, che cavalcano alla sua destra, alla testa di un folto seguito di gentiluomini, nei pressi delle mura di Parigi; nei personaggi che sorreggono il baldacchino sono ritratti i fratelli Zuccari autori del ciclo, a sinistra Federico e a destra Taddeo, e dietro Ottaviano loro padre. L’ultima parete lunga, sul lato esterno, mostra due “arazzi” quadrati posti tra le aperture delle finestre, i cui strombi sono finemente decorati a grottesche, sulle quali campeggiano riquadri contenenti al centro lo stemma del cardinale Alessandro Farnese, a sinistra l’emblema della freccia conficcata al centro di un bersaglio con il motto greco BALL'OUTOS (“colpisci così”, tratto da Omero, alludente alla capacità di andare al centro delle questioni), a destra l’emblema della nave Argo con il motto greco PARAPLOSOMEN (“navigammo oltre”, indicante il superamento di avversità). Nell’“arazzo” di sinistra è raffigurato l’incontro del cardinale Alessandro con Carlo V a Worms, come esplicitato nella targa soprastante con l’iscrizione: ALEXANDER FARNESIVS CARD. A PAVLO III / PONT. MAX. DE BELLO LVTHERANIS INFERENDO / LEGATVS VORMATIAE CVM CAROLO IMP. ET / FERDINANDO ROMANORVM REGE CONGREDITVR / ANNO SALVTIS MDXLIV (“Il cardinale Alessandro Farnese legato a Worms da papa Paolo III per trattare della guerra ai Luterani si incontra con Carlo V imperatore e Ferdinando re dei Romani nell’anno di grazia 1544”): vi si riconoscono il cardinale Alessandro sul mulo bardato che va incontro a Carlo V, al fratello Ferdinando e al nipote Massimiliano a cavallo, di fronte a un arco trionfale innalzato nei pressi di Worms. Nell’“arazzo” di destra è raffigurata la riconsegna di Parma ai Farnese da parte di Giulio III, come esplicitato nella targa soprastante con l’iscrizione: ALEXANDER FARNESIVS CARDINALIS / VRBEM PARMAM OCTAVIO FRATRI INTERPOSITIS / CALVMNIIS NON REDDITAM A IVLIO III ACCIPIT / EAQVE FRATRI TRADITA ANCIPITEM ID TEMPORIS / DOMVS SVAE STATVM IN TVTO COLLOCAT AN. MDL (“Il cardinale Alessandro Farnese riceve da Giulio III la città di Parma non restituita al fratello Ottavio per macchinazioni interpostesi, e riconsegnatala al fratello rimette in sicurezza l’incerta condizione in quel tempo della sua Casa nell’anno 1550”): è il trionfo di Alessandro oramai consacrato a capo della famiglia, che riesce a riottenere Parma contro le pretese imperiali e le stesse contrarietà della Chiesa dopo la morte di suo padre Pier Luigi; nella scena, oltre ai personaggi chiave, spiccherebbe alle spalle di Ottavio suo figlio, il giovane Alessandro, oltre a numerosi cardinali tra i quali sono stati individuati Ranuccio Farnese, Guido Ascanio Sforza, rispettivamente fratello minore e cugino di Alessandro, e Reginald Pole sulla destra, Ippolito d’Este e Rodolfo Pio di Carpi sulla sinistra.La grande volta ha lo schifo suddiviso da elaborate cornici di stucco che ripropongono l’emblematica farnesiana: il riquadro centrale, delimitato da un festone frugifero in altorilievo con dorature, mostra l’antico stemma feudale Farnese, uno scudo accartocciato d’oro con 16 gigli azzurri sormontato da un elmo d’argento rabescato d’oro con un unicorno a cimiero, mentre nei due laterali compaiono le allegorie della Sovranità temporale (lato “sala del Concilio”) e spirituale (lato cappella). Le vele sono suddivise in dodici partizioni separate da fasce decorate a grottesche, di cui otto illustrano fatti memorabili del passato riguardanti esponenti della famiglia Farnese, mentre le restanti quattro, corrispondenti agli spicchi angolari, sono decorate con elaborati stucchi e motivi a grottesca. Sul lato delle finestre, al centro è un ovale con l’allegoria del Valore, a sinistra è raffigurato l’ingresso trionfale di Pietro Farnese generale della Repubblica fiorentina dopo la vittoria su Pisa, come esplicitato nella sottostante targa con l’iscrizione: PETRVS FARNESIVS / REIPVBLICAE FLORENTINAE IMPERATOR / MAGNIS PISANORVM COPIIS CAPTO DVCE / OBSIDIONE OCCISIS VRBEM FLORENTIAM / TRIVMPHANS INGREDITVR ANNO MCCCLXII (“Pietro Farnese generale della Repubblica fiorentina catturato il comandante e ucciso un gran numero di Pisani nell’assedio entra trionfante a Firenze nell’anno 1362”); a destra l’elezione di suo fratello Raniero (o Ranuccio) a generale fiorentino dopo la morte di Pietro, come esplicitato nella sottostante targa con l’iscrizione: RAINERIVS FARNESIVS / A FLORENTINIS DIFFICILI REIPVBLICAE TEMPORE / IN PETRI FRATRIS MORTVI LOCVM / COPIARVM OMNIVM DVX DELIGITVR ANNO CHRISTI MCCCLXII (“Raniero Farnese è scelto dai Fiorentini come generale di tutte le schiere in luogo del fratello Pietro morto in un momento difficile per la Repubblica nell’anno di Cristo 1362”). Sul lato del cortile al centro è un ovale con l’allegoria della Fama, a sinistra è raffigurata l’investitura di Ranuccio Farnese a generale della Chiesa, come esplicitato nella sottostante targa con l’iscrizione: RANVTIVS FARNESIVS / PAVLI III PAPAE AVVS AB EVGENIO IV P. M. / ROSAE AVREAE MVLIERE (si legga “munere”) INSIGNITVS PONTIFICII EXERCITVS IMPERATOR CONSTITVITVR ANNO CHRISTI MCDXXXV (“Ranuccio Farnese avo di papa Paolo III insignito col dono della rosa aurea da parte di papa Eugenio IV è nominato generale dell’esercito pontificio nell’anno di Cristo 1435”); a destra Pietro Nicolò Farnese libera Bologna dal pericolo d’assedio, come esplicitato nella sottostante targa con l’iscrizione: PETRVS NICOLAVS FARNESIVS / SEDIS ROMANAE POTENTISSIMIS HOSTIBVS / MEMORABILI PRAELIO SVPERATIS / IMMINENTI OBSIDIONIS PERICVLO BONONIAM LIBERAT AN. SAL. MCCCLXI (“Pietro Nicolò Farnese vinti i potentissimi nemici della Santa Sede con una memorabile battaglia libera Bologna dall’imminente pericolo d’assedio nell’anno di grazia 1361”). Sul lato corto adiacente alla cappella è raffigurato Guido Farnese vescovo di Orvieto mediatore di pace tra le fazioni della città, come esplicitato nella sottostante targa con l’iscrizione: GVIDO FARNESIVS / VRBISVETERIS PRINCIPATVM CIVIBVS / IPSIS DEFERENTIBVS ADEPTVS LABORANTI / INTESTINIS DISCORDIIS CIVITATI SEDITIOSA / FACTIONE ELECTA PACEM ET TRANQVILLITATEM RESTITVIT AN. MCCCXIII (“Guido Farnese ottenuto il governo di Orvieto conferitogli dagli stessi cittadini estirpando la fazione sediziosa restituisce alla città sofferente per discordie intestine pace e tranquillità nell’anno 1313”). Sul lato corto adiacente alla “sala del Concilio” è raffigurata la vittoria di Pietro Farnese contro i nemici della Chiesa presso l’antica Cosa che rifondò con il nome di Orbetello, come esplicitato nella sottostante targa con l’iscrizione: PETRVS FARNESIVS / HOSTIBVS S.S. ROMANAE ECCLESIAE PVLSIS / AC PROFLIGATIS IN VESTIGIIS COSAE / VVLCENTIVM ORBITELLVM VICTORIAE / MONVMENTVM CONDIDIT ANNO SALVTIS MC (“Pietro Farnese sconfitti e messi in fuga i nemici di Santa Romana Chiesa presso le rovine di Cosa Vulcentium fondò Orbetello a memoria della vittoria nell’anno di grazia 1100”).Il pavimento della sala è intarsiato da ricorsi di mattoni gialli e scuri che riquadrano la superficie delimitando campiture di mattoni rossi, in un disegno che sembra evocare le decorazioni dei tappeti.

Fonte dei dati: Filas | Distretto Tecnologico della Cultura - futouring.eu
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