Punti di interesse turistico della regione Lazio

CategoriaPOI_InteresseArcheologico
TitoloIseo del Campo Marzio
Indirizzo00186 Lazio Roma Via del Seminario, Via di S. Stefano del Cacco, via di Piè di Marmo Via
Plus codes8FHJVFXH+6H
PeriodoI-V sec.
DescrizioneL’Iseo costruito nel Campo Marzio nel 43 a.C., rappresentava il punto di arrivo di un lungo processo di affermazione della religione connessa al culto di Iside e Serapide inizialmente osteggiata dall'aristocrazia tradizionalista. Dopo una sospensione da parte di Agrippa e di Tiberio, il culto fu reintrodotto da Caligola e durò fino alla fine dell'impero. L’Iseo venne ricostruito da Domiziano, dopo i pesanti danni subiti nell’incendio che nell’80 d.C. devastò il Campo Marzio meridionale. Ulteriore restauri furono attuati da Alessandro Severo. Il santuario, che occupava un’area tra i Saepta Iulia e la Porticus Divorum, era preceduto da una sorta di dromos ornato da sfingi e da obelischi, alcuni dei quali, rinvenuti in passato, furono riposizionati come ornamento di piazze e monumenti (è il caso dei vicini obelischi di piazza della Rotonda e di piazza della Minerva). Seguiva un grande cortile rettangolare al quale si accedeva sui lati corti tramite archi monumentali: i resti in opera quadrata di travertino conservati nelle cantine di una casa all’angolo di via di Sant’Ignazio, appartengono all’arco a tre fornici del lato orientale (cd. Arco di Camilliano) e sono tra i pochi resti superstiti del monumento. Un ingresso assiale dava accesso ad un esedra semicircolare porticata dove al centro era il tempio, sul quale insiste oggi la chiesa di Santo Stefano del Cacco, costituito da un’aula absidata probabilmente dedicata a Serapide. Tra le preziose testimonianze dell’arredo scultoreo dell’Iseo si ricordano le statue del Nilo (ai Musei Vaticani) e del Tevere (al Louvre), il busto colossale di una statua femminile forse di Iside (cd. Madama Lucrezia, sistemata all’angolo di Piazza San Marco) e il grande piede marmoreo collocato all’inizio della via omonima.

Fonte dei dati: Filas | Distretto Tecnologico della Cultura - futouring.eu
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