Punti di interesse turistico della regione Lazio

CategoriaPOI_InteresseCulturale
TitoloSala del Concilio nel Palazzo Farnese, Caprarola
Indirizzo
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Periodo1565-1567
DescrizioneLa sala, situata sul versante nord-est al “piano nobile”, è detta del “sala del Concilio” o “anticamera del Concilio” per le pitture che celebrano le azioni di Paolo III Farnese e la convocazione del Concilio di Trento. Essa, seppur di minori dimensioni, ricalca l’impostazione già adottata nella confinante “Sala dei Fasti farnesiani”. II testi delle iscrizioni furono ideati da Onofrio Panvinio e gli affreschi, iniziati nel 1565 da Taddeo Zuccari e dai suoi aiuti anche qui curando con grande attenzione i ritratti dei personaggi effigiati, furono terminati entro il 1567 sotto la guida del fratello Federico, che completò la decorazione della volta coadiuvato da Antenore Ridolfi. Le pareti, divise tra loro da finte colonne angolari con capitello corinzio e decorate in basso da motivi a finto intarsio marmoreo e da tondi in monocromo imitanti antichi bassorilievi, ospitano ciascuna al centro un quadro storico con targa e iscrizione sottostante, affiancato su entrambi i lati da incassi soprapporta che contengono figure allegoriche delimitati da preziose cornici in stucco policromo: fa eccezione la parete verso l’esterno, dove il quadro è affiancato da due finestre sopra le quali sono cornici a stucco policromo contenenti motivi ornamentali e nei cui profondi strombi si dispiegano complessi motivi a grottesca. Su quest’ultima parete è raffigurato Paolo III in trono che dona il galero rosso a un cardinale in presenza del Sacro Collegio, dove figurano i quattro cardinali da lui creati, che saranno in seguito eletti al soglio pontificio, e cioè Giovanni Maria Ciocchi del Monte (Giulio III), Marcello Cervini (Marcello II), Gian Pietro Carafa (Paolo IV) e Giovanni Angelo Medici (Pio IV); al di sotto è l’iscrizione: PAVLUS III PONTIFEX MAXIMVS / COLLEGIVM CARDINALIVM COOPTATIS / VIRIS CLARISSIMIS HIS QVATVOR / IN PONTIFICATVM PERPETVA SERIE / SVCCESSVRIS ILLVSTRAT (“Paolo III papa dà lustro al collegio cardinalizio scegliendo questi quattro uomini insigni poi successori in serie continua al soglio pontificio”). Sulla parete di fronte, lato cortile, Paolo III indice il Concilio di Trento: al di sotto è l’iscrizione PAVLVS III PONTIFEX MAXIMVS / CONSTITVENDAE CHRISTIANAE / DISCIPLINAE CAVSA / TRIDENTI CONCILIVM CELEBRAT / ANNO SALVTIS MDXLVI (“Papa Paolo III celebra il Concilio di Trento per stabilire la dottrina cristiana nell’anno di grazia 1546”: in realtà il Concilio si aprì solennemente il 13 dicembre 1545); ai lati sono dipinte l’allegoria della Fede a sinistra, e della Giustizia a destra. Sulla parete confinante con la sala dei Fasti è immortalato l’incontro a Nizza tra Francesco I di Francia e l’imperatore Carlo V voluto da Paolo III per ristabilire la pace in Europa: il papa è raffigurato al centro dietro i contendenti che si stringono la mano, sottolineandone così il ruolo cruciale di mediatore; al di sotto è l’iscrizione CAROLVM V IMP. ET FRANCISCVM / VALESIVM GALLIARVM REGEM / MAGNIS EVROPAE CALAMITATIBVS / DISSIDENTES NICAEAE FOEDERE / CONIVNGENS IN GRATIAM REDVCIT / ANNO SALVTIS MDXXXIIX (“Unendoli con la pace di Nizza [Paolo III] riconcilia Carlo V imperatore e Francesco di Valois re di Francia in dissidio fra loro con grande calamità per l’Europa nell’anno di grazia 1538”); ai lati, a sinistra l’allegoria della Pace con il bastone simbolo dell’autorità pontificia nella mano sinistra e nella destra un ramo di verbena, simbolo della pace usato dall’antico collegio sacerdotale dei Feziali nelle trattative diplomatiche, a destra è l’Abbondanza derivata dalla Pace, che regge la cornucopia con la mano sinistra e con la destra spegne la fiaccola, simbolo dell’ira, sopra spoglie di guerra. Sulla parete confinante con la “camera dell’Aurora” è raffigurato Paolo III in trono che riceve Carlo V di ritorno dalla vittoriosa spedizione di Tunisi contro il corsaro turco Khayr al-Dīn (Ariadeno) Barbarossa: al di sotto è l’iscrizione CAROLVM V IMP. TVNETE EXPVGNATO ET / REGE RESTITVTO EX AFRICA REDEVNTEM / PATERNA CHARITATE PRO DIVI PETRI / MORE MAIORVM EXCIPIT / ANNO CHRISTI MDXXXV (“[Paolo III] riceve davanti S. Pietro con carità paterna secondo le usanze dei predecessori Carlo V imperatore di ritorno dall’Africa dopo aver espugnato Tunisi e averla restituita al legittimo re [Muleasse] nell’anno di Cristo 1535”); è interessante notare sullo sfondo l’obelisco vaticano ancora nella sua posizione originale, al lato della basilica di S. Pietro interessata dai lavori di rinnovamento con la realizzazione delle prime colonne dell’imposta della cupola michelangiolesca, con palese anacronismo, poiché Michelangelo fu incaricato da Paolo III del progetto solo nel 1546. Ai lati sono allegorie dell’Abbondanza, di cui a sinistra quella derivata dalla Vittoria, di cui è emblema il ramo di palma.La volta a schifo è compartita da cornici in stucco policromo che delimitano nove settori, uno centrale, quattro nelle vele e quattro angolari, dove campeggiano stemmi farnesiani sia nella versione più antica a 14 gigli sia in quella definitiva a 6 gigli. Tra i settori si dipanano fasce con elaborate decorazioni a stucco e a grottesche, dove trovano posto in basso figure di animali dipinte (una scimmia, una civetta, un levriero, un “gallo d’India” ovvero tacchino, un cane da caccia, un falco, un macaco, un ghepardo), in alto emblemi farnesiani in bassorilievo di stucco entro ovali a fondo azzurro (una pistrice; i tre gigli e l’arcobaleno; la freccia conficcata al centro di un bersaglio con il motto greco BALL'OUTOS: “colpisci così”; la nave Argo con il motto greco PARAPLOSOMEN: “navigammo oltre”; l’unicorno che si abbevera alla fonte; Pegaso che esce dal sole e con le zampe percuote il monte Parnaso facendone scaturire un fiume, con il motto greco EMERAS DORON: “dono del giorno”; la vergine e l’unicorno; il fulmine trisulco con il motto HOC UNO IUPPITER ULTOR, “Giove vendicatore con uno solo”). Il quadro centrale mostra l’incoronazione di Paolo III accompagnata da un’iscrizione suddivisa in quattro targhe disposte sui lati: PAVLVS III / FARNESIVS / PONTIF. MAXIM. – DEO ET / HOMINIBVS / APPROBANTIBVS - SACRA TIARA / SOLENNI RITV / CORONATVR - ANNO SALVTIS / MDXXXIV / III NON. NOVEMB. (“Paolo III Farnese è incoronato papa con la sacra tiara con rito solenne per volontà di Dio e degli uomini all’ora nona del 3 novembre nell’anno di grazia 1534). Nei quattro riquadri delle vele sono raffigurate le seguenti scene con relative iscrizioni entro cartouches di stucco: Paolo III benedice la flotta di Carlo V in partenza dal porto di Civitavecchia per la spedizione di Tunisi, con l’iscrizione: PAVLVS III PONTIFEX MAXIMVS / CAROLVM V IMPERATOREM / AD OPPVGNANDVM TVNETEM / IN AFRICAM NAVIGANTEM / FAVSTIS PRECIBVS PROSEQVITUR / AN. SAL. MDXXXV (“Papa Paolo III congeda con voti propizi l’imperatore Carlo V in navigazione per l’Africa alla conquista di Tunisi nell’anno di grazia 1535”); Paolo III scomunica come eretico Enrico VIII d’Inghilterra per aver ripudiato la moglie Caterina d’Aragona e sposato Anna Bolena, con l’iscrizione: HENRICO VIII ANGLIAE REGI / DEPRAVATAE RELIGIONIS / CRIMINE DAMNATO / DE COLLEGII SENTENTIA / IVS REGIVM ADIMIT / AN. SAL. MDXXXVI (“[Paolo III] revoca il diritto regale a Enrico VIII re d’Inghilterra condannato con sentenza del Sacro Collegio per il crimine di degenerazione della religione nell’anno di grazia 1536”); Paolo III riceve l’umiliazione degli ambasciatori di Perugia che si era ribellata per l’imposizione della tassa sul sale, con l’iscrizione: PAVLVS III PONTIFEX MAXIMVS / PERVSIAM POST DEFECTIONEM / AD OFFICIVM ATQVE / OBEDIENTIAM COMPELLIT / ANNO A PARTV VIRGINIS / MDXL (“Papa Paolo III richiama Perugia ai doveri e all’obbedienza dopo la ribellione nell’anno 1540 dalla nascita di Cristo”); Paolo III promuove la lega contro i Turchi tra Carlo V, Venezia e lo Stato della Chiesa, con l’iscrizione: CAROLVM V IMP. ET / VENETOS VT TVRCAS / COMMVNI SECVM CLASSE / PERSEQVANTVR CONSILIIS ET / AVCTORITATE PERMOVET / AN. SAL. MDXXXVIII (“[Paolo III] con autorità e proposte induce Carlo V imperatore e Venezia a incalzare i Turchi insieme alla Chiesa con un’armata comune”).Il pavimento della sala è intarsiato da ricorsi di mattoni gialli che riquadrano la superficie delimitando campiture di mattoni rossi, in un disegno che sembra evocare le decorazioni dei tappeti.

Fonte dei dati: Filas | Distretto Tecnologico della Cultura - futouring.eu
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