Punti di interesse turistico della regione Lazio

CategoriaPalazzo
TitoloPalazzo Corsini
Indirizzo00165 Lazio Roma 10 Via della Lungara via
Plus codes8FHJVFV8+8J
PeriodoXV-XVIII sec.
DescrizioneLa potente famiglia dei Riario, imparentata con Sisto IV (Francesco della Rovere 1471-1484), costruì il primo nucleo del palazzo nel XV secolo. L’edificio originario, su due piani, aveva una pianta a ferro di cavallo, con due ali sporgenti sul retro che chiudevano il cortile aperto verso il giardino. Da qui partivano i viali con statue, fontane e labirinti che lungo le pendici del Gianicolo raggiungevano la sommità. Il palazzo fu modificato quando vi abitò la regina Cristina di Svezia dal 1669 al 1689, che vi riunì il circolo da cui derivò l’Accademia dell’Arcadia. Nel 1736 fu acquistato dai Corsini, famiglia del papa Clemente XII (Lorenzo Corsini 1730-1740), che incaricarono l’architetto fiorentino Ferdinando Fuga del completo rinnovamento del palazzo e dei suoi giardini, per renderlo residenza degna del nuovo rango. Realizzato tra il 1736 e il 1770, il palazzo è uno degli edifici più significativi dell’architettura del settecento romano. Fuga incorporò il preesistente edificio con la lunga facciata principale su via della Lungara, dove moltiplicò la partizione originaria e aprì il grandioso portale a triplice fornice, sormontato da un balcone sorretto da mensole e da tre finestre con gli stemmi dei Corsini. Al primo piano, finestre con timpano centinato e caratteristici decori a conchiglia. Il portale immette nel grandioso androne e poi al giardino, terminante con l’Orto botanico istituito nel 1883. La facciata posteriore duplicava lo schema ad ali sporgenti del fabbricato cinquecentesco, riunite da cortili loggiati. Qui si apriva il giardino che sfruttava le pendici del Gianicolo con labirinti, fontane a cascata, con statue e nicchie che recano l’emblema della rosa dei Riario. Originariamente il giardino raggiungeva la sommità del colle dove sorgeva il rinascimentale Casino dei Riario, demolito per far posto al monumento a Garibaldi.Sede dell’ambasciata del Direttorio nel 1797 ospitò Giuseppe Bonaparte e il generale Duphot, ucciso nei tumulti tra il palazzo e la porta Settimina, pretesto per l’occupazione di Berthier e l’espulsione di papa Pio VI (Giovanngelo Braschi 1775-1799). Venduto nel 1883 allo Stato italiano, ospita oggi la Galleria Nazionale d’Arte Antica ed è sede dell’Accademia dei Lincei.Autore: Fuga Ferdinando (1699-1781)

Fonte dei dati: Filas | Distretto Tecnologico della Cultura - futouring.eu
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