Punti di interesse turistico della regione Lazio

CategoriaPOI_InteresseArchitettonico
TitoloVelabro e Valle Murcia
Indirizzo00186 Lazio Roma Via del Velabro via
Plus codes8FHJVFQM+P5
PeriodoVI sec. a.C.-XII sec. d.C.
DescrizioneLa fascia paludosa di terreno lungo il Tevere attraversata dall’antico corso d’acqua del Velabro, si estendeva dalle pendici del Campidoglio e del Palatino a quelle dell’Aventino (poi inclusa in parte nell’VIII e in parte nella XI regione augustea). Collegata al Foro Romano dal vicus Tuscus e dal vicus Jugarius, aveva un carattere commerciale e produttivo legato alla presenza del Portus Tiberinus sul fiume e al vicino guado naturale dell’Isola Tiberina. Prosciugata con la bonifica dei Tarquini, ai suoi margini sorsero santuari come quello presso la chiesa attuale di Sant’Omobono e gli adiacenti complessi del foro Boario e del foro Olitorio.Tra i monumenti conservati, l’arco degli Argentari (204 d.C.), uno degli accessi al Foro Boario, e l’arco quadrifronte detto di Giano (IV secolo) ricordato come luogo di ritrovo per le contrattazioni commerciali. In prossimità dell’arco passava la Cloaca Maxima, che dal Foro Romano terminava nel Tevere, ed era presente fin dal 1500 la fonte di San Giorgio, oggi scomparsa, presso la quale era sorta la chiesa di San Giorgio in Velabro, gia dal VII secolo. Gli autori antichi collocano presso il Velabro il sacello di Acca Larentia, nutrice di Romolo e Remo, la cui cesta si sarebbe qui arenata secondo la tradizione. Adiacente al Velabro, la valle che separava l’Aventino dal Palatino era detta Valle Murcia, già in antico punto nodale per i commerci e gli scambi presso il guado del Tevere, in prossimità dell’Isola Tiberina, lungo la quale correva la direttrice viaria che, lasciando la città dalla vicina porta Capena, coincideva con il tracciato della via Appia. Qui fu realizzato il Circo Massimo, la cui costruzione ebbe inizio sotto i Tarquini e fu completata con strutture stabili al tempo di Traiano, rimanendo in uso fino al VI secolo. Nel medioevo fu incluso nelle fortificazioni dei Frangipane, che si vi estendevano dal Palatino a controllo della viabilità: del complesso medievale resta oggi la sola torre detta della Moletta al margine dell’emiciclo. La valle Murcia era attraversata dal corso d’acqua della Marana proveniente dalla porta Metronia, che alimentava dal medioevo i mulini disposti lungo il suo percorso e che sfociava nel Tevere, poco distante dalla Cloaca Maxima.

Fonte dei dati: Filas | Distretto Tecnologico della Cultura - futouring.eu
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