Punti di interesse turistico della regione Lazio

CategoriaVilla
TitoloCasino del Piacere - Gardens of Palazzo Farnese, Caprarola
Indirizzo
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Periodo1584-1586
DescrizionePer la sistemazione a giardino del “barchetto” che si estendeva sul monte soprastante il palazzo, il cardinale Alessandro Farnese cercò il confronto con alcune persone della sua cerchia, tra cui il cardinale Giovanni Francesco Gambara, proprietario della villa a Bagnaia oggi nota come Villa Lante, che, in una lettera del 28 agosto 1584, rammentava al Farnese la sua non più giovane età (aveva in quel momento 64 anni) e suggeriva quindi di costruire una loggia “coperta” sopra la prevista fontana (il “bicchierone” e la “catena d’acqua”) in modo da godersi, al riparo, la vista del gioco d’acqua e, sullo sfondo, del borgo di Caprarola. Di qui la decisione di costruire un edificio con loggia, poi definito “Casino” o “Palazzina del Piacere”, al termine delle rampe di risalita al terzo ripiano. Il progetto è attribuito a Giovanni Antonio Garzoni da Viggiù, assistente di Vignola, al servizio del Farnese fin dal 1564. Il casino, incominciato molto probabilmente alla fine del 1584 e inizialmente dotato di un’altana al centro poi sbassata, è innalzato su un podio di 4 gradini a ridosso del terrazzamento che sostiene il quarto ripiano del giardino; di conseguenza ha, lato valle, due piani separati da un possente marcapiano entrambi dotati di loggia centrale a tre arcate, quelle del piano terreno sostenute da pilastri, quelle del piano superiore da colonne in peperino: entrambe le logge hanno volte e pareti affrescate; sul lato monte, invece, si affaccia solo il piano superiore, anche qui con una loggia a tre arcate sostenute da colonne a cui si accede mediante una gradinata, con la volta e le pareti affrescate. Le logge sono inquadrate da due prospetti con finestre inginocchiate, più finemente decorate quelle dei piani superiori. All’interno il casino è articolato al piano terra lato valle in 6 ambienti, 3 stanze, la cucina, il “guardaroba” e il “tinello” con la grotta, dove veniva custodita una ricca cantina di bottiglie di vino; al piano superiore, oltre alle due logge, vi sono 4 stanze e una piccola cappella con affreschi, attribuiti o al pittore bresciano Giovanni Antonio Mussi (Esposito 2002) o al maceratese Giuseppe Bastiani (Raggi 2002): sulla volta riquadrata da cornici in stucco è affrescato al centro Dio Padre tra Angeli e Serafini con attorno 4 medaglioni con le effigi di 4 dottori della Chiesa (S. Ambrogio, S. Gregorio, S. Agostino, S. Girolamo), mentre sulle pareti sono dipinti a figura intera S. Pietro e S. Paolo. Le stanze sono decorate a grottesche con soggetti mitologici, dei quali quattro sono i principali: Circe e i suoi incantesimi; Apollo che uccide Pitone; Giunone che dispone gli occhi di Argo, ucciso da Mercurio, sulla coda del pavone; la caduta di Icaro. Nelle decorazioni della loggia lato monte compare la data “1586”, da riferirsi al compimento degli interventi decorativi e quindi dell’intero edificio, anche se alcuni interventi possono essere stati eseguiti successivamente, come, per esempio, l’incorniciatura di alcune porte dove appare inciso il nome del cardinale Odoardo promotore di interventi nel “Giardino Grande” nel 1620. Nell’inventario redatto nel 1589 alla morte del cardinale Alessandro il casino risultava arredato con numerose statue di marmo e di bronzo e con una collezione di 47 dipinti, tra cui molti ritratti di esponenti della famiglia Farnese.

Fonte dei dati: Filas | Distretto Tecnologico della Cultura - futouring.eu
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