Punti di interesse turistico della regione Lazio

CategoriaPOI_InteresseCulturale
TitoloLoggia at the ground floor, downhill, Casino del Piacere, Gardens of Palazzo Farnese, Caprarola
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Periodo1585-1586
DescrizioneLa volta, a crociera e lunettata, presenta al centro lo stemma di Alessandro Farnese divenuto duca di Castro e di Parma e Piacenza alla morte del padre Ottavio, il 18 settembre 1586: pochi mesi prima Filippo II di Spagna aveva restituito alla famiglia Piacenza come compenso delle vittorie riportate da Alessandro nelle Fiandre, emblematizzate nei due medaglioni laterali a monocromo, a sinistra un vessillo con un tabernacolo su un altare, simbolo della fede cattolica, e il motto latino OPTIMA CAVSA, alludente all’impegno di Alessandro contro gli “eretici” protestanti, a destra l’assedio da lui condotto alla città di Maastricht (1579) con il motto latino INVITVS INVITOS (“contro il volere dell’assediante e degli assediati”), in riferimento alla vittoria ottenuta distruggendo, a malincuore, la città. Il riferimento celebrativo conferma la datazione delle decorazioni del Casino, il 1586, rintracciata negli affreschi della loggia lato monte. Le vele sono decorate a grottesche, mentre i pennacchi ospitano anche riquadri con raffigurazioni di uccelli e, alla base, il giglio farnesiano. Le facce interne dei pilastri sono anch’esse decorate con grottesche e scenette mitologiche, mentre i sottarchi presentano motivi di candelabre dipinte a grisaille. Le pareti sono campite da riquadrature che contengono grottesche e scenette mitologiche, mentre nei soprapporta sui lati corti sono dipinte due interessanti vedute: a sinistra un giardino non identificabile con una loggia al centro di una croce di “cocchi” (pergolati a galleria), con in primo piano una cascata e sulla sinistra un torrione presso la porta d’ingresso di un piccolo borgo; a destra è invece una veduta del Giardino Grande come si presentava nel 1586, dopo i lavori progettati da Giacomo Del Duca e il completamento del Casino del Piacere, e prima degli interventi definitivi di Girolamo Rainaldi del 1620: l’edificio, coronato da un’altana non più esistente, campeggia infatti in alto al centro dell’ultimo ripiano, delimitato da “cocchi”, a cui si accede dalle scalee laterali più corte di quelle attuali; dinanzi all’edificio il “terzo ripiano” ancora privo dell’arredo scultoreo, eccezion fatta per le due fontane gemelle che però non sembrano decorate da gruppi plastici ma caratterizzate da un getto d’acqua a “bollore”; più in basso la fontana dei Fiumi con la peschiera ovale dinanzi, che appaiono non delimitate dall’attuale articolata parete muraria: da qui prende avvio la “catena d’acqua” che sfocia nell’ultimo ripiano riquadrato da muri laterali e da due nicchie con statue che sorreggono affacci balaustrati sopra la catena; ai lati di questo ripiano sono due rampe di risalita affiancate da giardinetti recintati, come recintato da staccionate è anche un piccolo giardino a parterres isolato sulla sinistra; a destra il bosco di abeti e castagni dove si aggirano animali selvatici che popolavano il “barchetto” da caccia. Gli affreschi sono attribuiti ad Antonio Tempesta e ai suoi aiuti, tra cui il pittore milanese Vitruvio Alberi.

Fonte dei dati: Filas | Distretto Tecnologico della Cultura - futouring.eu
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