Enciclopedia

Boèzio, Mànlio Anìcio Torquàto Severìno (Roma 480-Pavia 526) Filosofo e scrittore latino, commentatore di Aristotele, con le sue opere trasmise la scienza antica al mondo moderno. Aristocratico romano (di famiglia senatoria), occupò importanti cariche statali, fu console (510) e consigliere alla corte di Teodorico re dei goti e vi rappresentò la politica della pacificazione. Accusato dai goti di sostenere i bizantini, fu incarcerato e ucciso a Pavia. I suoi resti sono venerati nella chiesa di San Pietro in Ciel d'Oro di Pavia. La sua opera più importante è il De consolatione philosophiae (523), scritta mentre si trovava in carcere. Tradusse in latino anche l'Organon di Aristotele. Inoltre scrisse due commenti alle Isagoge di Porfirio, e numerosi commenti alle opere logiche di Aristotele. Compose i trattati De institutione musicae, De institutione mathematicae e De Geometria. Con queste opere, Boezio fu anche un innovatore della lingua latina arricchendola di strumenti linguistici in grado di trattare la logica, l'aritmetica, la geometria e la musica. Sia i monaci che i chierici medievali trovarono in Boezio un maestro da studiare, un modello di vita da imitare e un'autorità da rispettare. Per il suo tramite, la filosofia greca, nei due sistemi fondamentali di Platone e di Aristotele veniva tramandata ai posteri come immagine di una realtà complessa, ma comprensibile scientificamente. Per circa seicento anni la conoscenza di Platone e quella di Aristotele si sarebbe basata sulle traduzioni e sull'interpretazione autorevole lasciate da Boezio. 

 


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