Enciclopedia

Borromìni, Francesco (Bissone, Lugano 1599-Roma 1667) Francesco Castelli, detto Borromini (forse dal nome della madre), quasi coetaneo del Bernini, ne fu il naturale antagonista per la diversa concezione artistica, pur nell'ambito del barocco romano. Architetto geniale e innovativo, prestò la sua opera a Roma sotto il pontefice Innocenzo X. Il suo gusto e amore per il particolare lo indussero a ricercare forme curvilinee, sia in pianta sia in alzato, atte a creare un incessante movimento di piani concavi e convessi con giochi ed effetti di luce straordinari. Il suo linguaggio è sommesso, gli spazi sono limitati; invece di materiali nobili (marmo, bronzo) utilizza materiali poveri (mattoni e intonaco). Borromini fu l'artista degli ordini monastici e la sua carriera fu piena di amarezze, fatta eccezione per la breve parentesi corrispondente al papato di Innocenzo X. In un momento di estremo sconforto, si tolse la vita trafiggendosi con la spada. Numerose e notevoli le sue opere; tra queste, il capolavoro San Carlo alle Quattro Fontane (1634-1667), Sant'Ivo alla Sapienza (1642-1650), il prospetto del collegio di Propaganda Fide (1660-1662), l'oratorio, la chiesa e il convento dei Filippini (1637-1649) e la sua torre dell'Orologio. Ricostruì la basilica di San Giovanni in Laterano (1646-1649), ideò e parzialmente eseguì Sant'Agnese in piazza Navona (1652-1655) e Sant'Andrea delle Fratte (1653-1665). 


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