Enciclopedia

Botticèlli, Sàndro (Firenze 1445-1510) Soprannome di Alessandro di Mariano Filipepi. Allievo di Filippo Lippi, risentì inizialmente anche dell'influenza del Pollaiolo e del Verrocchio (Madonna del Roseto, 1468; La fortezza, 1470; San Sebastiano, 1474). Dal 1470 il suo stile è completamente formato e si produce in capolavori straordinari, da cui traspare la leggera poesia del Poliziano. Nelle sue opere lo stile agile, la linea sottile e il colore delicato trasfigurano la realtà con una perfezione di forme che rientra nella concezione culturale umanistica medicea. Le scene allegoriche ora liriche, ora drammatiche sono dipinte con plastica leggerezza: dinamismo e cromatismo delicato sono le caratteristiche salienti. Tra le sue opere, Pala delle convertite, Giuditta e Oloferne, Adorazione dei Magi, Allegoria della primavera (circa 1478), Nascita di Venere (circa 1485), Pallade che doma il Centuaro, Madonna del Magnificat (tutti agli Uffizi di Firenze) e gli affreschi della Cappella Sistina, con i tre riquadri Punizione dei ribelli, Prove di Mosè e Prove di Cristo (1481-1482). Dopo il 1490 lo colse una crisi mistica in cui giocò anche la predicazione del Savonarola; la sua pittura si immalinconì e la linea si fece più spezzata conferendo alle opere, da allora a solo carattere sacro, forte drammaticità (La calunnia, Firenze, Uffizi, La crocifissione, Cambridge, Museo Fogg, La derelitta, Coll. Pallavicini, Roma). 


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