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Caterìna da Sièna (Siena 1347-Roma 1380) Santa e mistica italiana. Ventiquattresima figlia di Jacopo Benincasa, tintore di pelli a Fontebranda. Fin dalla più tenera età dimostrò tendenze mistiche. A sei anni sembra abbia avuto la prima visione soprannaturale. A soli sette anni fece voto di verginità. Fu incoraggiata nei suoi propositi dal frate domenicano Tommaso della Fonte, che le suggerì di tagliarsi i capelli quando nel 1362 i genitori avrebbero desiderato che si accasasse. Nel 1363 entrò a far parte dell'ordine delle mantellate domenicane a Siena. Caterina si dedicò completamente alla vita ascetica e fu molto attiva nell'apostolato e nella penitenza. Quando il papa portò la sua sede ad Avignone (1370), Caterina ebbe una visione nella quale Dio le ordinava di lasciare la sua vita contemplativa per dedicarsi a una missione di pace. Incapace di scrivere correttamente, fu costretta a dettare le sue lettere, animata solo dalla sua fede di dover compiere una missione voluta da Dio. Accusata di essere solo una politicante, nel 1374, fu chiamata a Firenze per essere interrogata dal capitolo generale dei domenicani, riunitosi appositamente per giudicare il suo operato. Caterina riuscì a convincere della propria buona fede. Da quel momento ebbe come direttore spirituale frate Raimondo da Capua. Nel 1375 ricevette le stimmate nella chiesa di Santa Cristina di Pisa. Successivamente, venne inviata ad Avignone per mediare gli attriti sorti nel 1376 tra papa Gregorio XI e Firenze. In quell'occasione, ottenne che il papa affrettasse il suo ritorno a Roma; questo avvenne il 17 gennaio 1377. Con l'elezione dell'antipapa Clemente VII (1378) si aprì lo scisma che travagliò la chiesa per circa quarant'anni (1378-1414). Caterina si adoperò per riformare e riunificare la chiesa, battendosi a favore di papa Urbano VI. Per incarico pontificio proseguì la sua missione, poi tornò a Siena, dove per breve tempo poté tornare alle sue meditazioni e dettare il Dialogo della Divina Provvidenza o Libro della divina dottrina (1378). 
È stata canonizzata da papa Pio II nel 1461 e proclamata patrona d'Italia insieme a S. Francesco d'Assisi, da papa Pio XII nel 1939, e dottore della chiesa da papa Paolo VI nel 1970. Tra le opere, oltre al Dialogo citato, si ricordano le 381 Lettere (1370-1380). Le sue spoglie sono conservate a Roma, nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva. La sua festa si celebra il 29 aprile. 


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